A Villa Pisani a Stra settanta tele tra ’800 e ’900, quando la pittura si rivolse alla vita vera
Museo nazionale di Villa Pisani (Stra, venezia).
Dal 2 giugno al 4 novembre 2012
Luigi Cima, I Fabbri, 1896
STRA. In tempi di incertezza come quelli in cui stiamo vivendo, in cui persino il lavoro diventa una variabile impazzita e assume connotati più o meno virtuali, le nobili attività di un tempo che permettevano all'uomo di essere indipendente, di avere una casa, una famiglia appaiono lontanissime. Da queste riflessioni sono partite le curatrici Myriam Zerbi e Luisa Turchi per creare una mostra che ruotasse invece attorno ad un concetto semplice e globale: il lavoro come valore essenziale che dà senso, misura e stabilità al soggetto singolo e al gruppo. Ne è scaturita l’esposizione che si apre oggi al Museo Nazionale di Villa Pisani, a Stra, intitolata “Nobiltà del lavoro. Arti e mestieri nella pittura veneta tra 800 e 900” (fino al 4 novembre 2012). Da anni Villa Pisani sta seguendo un suo preciso percorso di valorizzazione della pittura veneta dell’Ottocento. Questa volta la settantina di quadri in mostra narra la vita lavorativa tra Otto e Novecento attraverso opere di artisti noti come Tito, Ciardi, Brass, Serena o Zandomeneghi, affiancati a “piccoli maestri” meno noti ma degni di essere scoperti. Le opere provengono da Musei e Gallerie nazionali ma soprattutto da importanti collezioni private da cui in molti casi sono uscite per la prima volta.
Ettore Tito, Le mondine in Polesine, 1885
Antonio Rotta, Calzolaio
Era stato Pietro Selvatico nel 1850, in un memorabile discorso come Segretario dell’Accademia di Venezia, ad esortare i pittori ad uscire dagli ateliers per entrare «nelle chiese, negli spedali, nelle officine» e guardare al vero «nella nobile semplicità sua». L’invito non cade nel vuoto e gli artisti di area triveneta iniziano a scendere in strada per ritrarre soggetti della vita quotidiana e riportare l’arte verso il grande pubblico. I nuovi committenti borghesi desiderano infatti quadri nei quali riconoscersi, non tele di soggetto storico o mitologico.
Oreste Dal Molin, Il barbiere rusticano
Tomaso Filippi, Donne al tombolo
Gli artisti ritraggono fabbri, calzolai e fioraie, contadini e mondine, sarti e modiste, e una serie di mestieri scomparsi come el gùa (l’arrotino), le impiraresse (le infilatrici di perle), le bigolanti (portatrici d’acqua), le merlettaie, oltre allo stuolo degli ambulanti con ogni sorta di mercanzia. I pittori dipingono col gusto dell’aneddoto, raccontando sulla tela piccole storie, con romanticismo e idealizzando forse un po’ troppo un mondo fatto comunque di lavoro e di fatica. I quadri splendono di luce e colore, Venezia occupa il posto d'onore con alcuni splendidi scorci ritratti minuziosamente, ma ci sono anche il Polesine, Chioggia, Badoere, Serravalle e la campagna veneta. Il risultato è una sorta di reportage per quadri dei mestieri e delle arti svolti a Venezia e nell’entroterra nell’arco di un secolo.
Oreste Dal Molin, La bottega dell antiquario
Peretto Bianco, La scuola dei merletti a Burano, 1905
Contestualmente, nella “Casa del Giardiniere” di Villa Pisani, è possibile fare un mirabile confronto diretto con un altro reportage sullo stesso tema, stavolta però fatto di foto storiche, scattate da Tomaso Filippi (Venezia 1852-1948) tra operai e artigiani. Un confronto stimolante, che documenta come tra Otto e Novecento pittura e fotografia spesso sconfinarono l'una nell'altra. Filippi mette addirittura il suo obiettivo al servizio dei pittori dell'epoca: come un fotoreporter “ante litteram” scatta per strada o nelle botteghe foto di persone al lavoro, che poi passa agli artisti come modelli per i loro quadri.
Tomaso Filippi, imbarcazione
Tommaso Filippi, sarti
La mostra fotografica di Tomaso Filippi – come quella su “La nobiltà del lavoro” - è stata promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso. Le trenta foto storiche esposte provengono dal Fondo Fotografico Tomaso Filippi dell’IRE di Venezia.
Silva Menetto
villapisani.beniculturali.it
Nessun commento:
Posta un commento