domenica 17 marzo 2013

MAX GASPARINI | ART

Max (Massimiliano) Gasparini was born in Rovato (Brescia), Italy in 1970.
He currently lives in the Bergamo Province.
Self-taught, he paints since he was really young without feeling the need to show his work. His studies of Classic Painting are reflected in his intimate subjects: portraits, still lives, landscapes realized with oil colors and egg based watercolors on wood.
In 2007, on his way to Damascus, he “meets” the packing cardboard which frees him from the use of the easel and the orthodox techniques. Max discovers the big brushes, the action freedom, the color smearing and several other techniques, sometimes by chance, getting to the paradox of realizing his paintings with the paint remover.
With this freedom of technique he now feels the need to show his works.
The female face as a whole, representation of the Universe (from Plato) and intended as a figuration of the Mother Earth is the subject of his work of the last 2 years.
White paintins disappear, replaced by old rusty metal, yute, used sacks. No more word unknow, but a backward glance, using materials inspired by those who have already benefited.
The man old refused and the rust of yesterday: interpenetration of souls with his painting and desing.  Fonte

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Max (Massimiliano) Gasparini è nato a Rovato (Bs) nel 1970.
Vive e lavora in provincia di Bergamo.
Frequenta il liceo artistico poi si dedica al restauro di opere d'arte.

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Autodidatta, dipinge da sempre, senza peraltro sentire l'esigenza di esporre. Gli studi sulla pittura classica si riflettono nei suoi soggetti intimisti : ritratti, nature morte, paesaggi; realizzati con tecnica ad olio e tempera all'uovo su tavola .
Nel 2007 “incontra” il cartone da imballaggio che lo libera dal cavalletto e dalle tecniche canoniche. Max scopre le grandi pennellate, la liberazione gestuale, le colature e le tecniche più disparate, a volte casuali, arrivando al paradosso di realizzare quadri con lo sverniciatore.
Con la liberazione totale dai precedenti schemi arriva la voglia di esporre.

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Il viso femminile come “TUTTO”, rappresentazione dell'universo (da Platone ) e inteso come figurazione della TERRA GENITRICE è la tematica del lavoro degli ultimi due anni.
I colori, così come i bianchi e neri, investono con impeto i numerosi supporti scelti, creando percorsi originali con la materia entro un costante rapporto-guida dell'artista che feconda gli incontri.
Scompaiono le tele bianche, lasciando posto a vecchie lamiere arrugginite. Non più mondi sconosciuti ma uno sguardo all'indietro, utilizzando materiali animati da chi ne ha già usufruito. Il vecchio rifiuto e la ruggine di ieri in compenetrazione d'anime con la pittura la sua ideazione. “Sogni e speranze, delusioni e dolore. Sono quelli che trovano forma nel lavoro di Max Gasparini, perfetta fusione di accenti lirici e suggestioni espressioniste.

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La giornata è finita. La folla si disperde e diventa persona, umanità. MaxGasparini fa di questa umanità la materia di un lavoro intimista, costruito a grandi pennellate che, se al primo sguardo possono dare l’impressione di un’ispirazione immediata e di un procedere istintivo, si rivelano, ad uno studio più attento, meditate e pensate una ad una. declinate in pochi colori, spesso nelle sfumature di un solo colore, le sue donne sono apparizioni. Seducenti come sirene quando guardano lo spettatore, assumono 
una connotazione inquietante quando invece abbassano lo sguardo o chiudono gli occhi. Quando il loro pallore diafano, cereo, che va disfacendosi in colate di materia, raggela il loro sonno in atmosfere da morgue. Se il supporto che sceglie è il cartone, Gasparini regala gradevolissimi effetti di trasparenza lasciando parte della base al naturale. Altrettanto piacevole, sebbene diversissimo, è l’effetto quando invece l’artista decide di cambiare registro e di passare a una resa del soggetto quasi fotografica. 

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Lì il fondo è una lastra, un nulla da cui il viso emerge come se affiorasse da un liquido denso e lattiginoso. Ma poi ecco che ci accorgiamo dell’illusione. Quello non è un viso: è solo un involucro. Una maschera che si indossa o si toglie a piacimento come in un grottesco giorno di Carnevale. “ Alessandra Redaelli 

Awards
Finalista Premio Basi 2012
Finalista Wannabee prize international 2011
Vincitore Spoleto Festival art 2011
Finalista Wannabee prize international 2010
artintent
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