venerdì 13 settembre 2013

“CUBA, HASTA SIEMPRE?” | ANNALISA NATALI

IL MIO VIAGGIO
Le contraddizioni di un paese in bilico tra arretratezza e modernità in un suggestivo reportage in bianco e nero

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L'Avana. I simboli di un radicato orgoglio nazionale e manifesti filocastristi riempiono ormai da anni le vecchie vetrine delle botteghe che sorgono dietro al maestoso edificio del Capitolio Nacional. Le strade che da qui si aprono nascondono uno dei quartieri più autentici della città, dove i turisti vengono ancora guardati con occhi curiosi e sorpresi.
Terra di rivoluzioni e contraddizioni, Cuba appare, all'osservatore esterno, portatrice di tensioni irrisolte, destinate inevitabilmente a risolversi in una sorta di deflagrazione sociale, in una contro-rivoluzione che porti l'isola ad allinearsi a politiche - economiche, sociali, diplomatiche - più affini agli standard occidentali e, in particolare, della vicina superpotenza statunitense.
Molte di queste istanze derivano in realtà dall'esterno, spinte dal successo della rivoluzione castrista che si è erta a modello per molti paesi dell'area sudamericana, fondamentale snodo strategico degli interessi statunitensi in chiave anti-sovietica, in epoca di guerra fredda.
Emblematico di ciò è l'embargo cui Cuba è sottoposta da cinquant'anni, un vero e proprio giogo - sopportato dalla popolazione, non certo dal regime - che contribuisce a soffocare qualsiasi aspirazione di sviluppo del Paese.
In tutto ciò, la popolazione civile manifesta il proprio scontento per l'arretratezza soprattutto culturale di una classe dirigente che, ancorata tra ideali utopistici ed ambizioni personali, ha perso di vista le esigenze del proprio Paese.
Ciò è dovuto soprattutto al gap generazionale tra una popolazione la cui età media si attesta intorno ai trent'anni ed i vertici del Partito Comunista - al potere dalla Révolucion del 1959 - rappresentati dagli ormai ottuagenari fratelli Castro e da un Buró Político (recentemente ridotto in numero e "rinnovato") dall'età media molto vicina ai settanta.
Timide aperture a politiche economiche di stampo maggiormente liberale sono state tentate negli ultimi mesi da Raùl Castro, succeduto al fratello maggiore Fidél nel 2006, dopo che l'aggravarsi delle condizioni di salute del Lìder Màximo non gli aveva più consentito di guidare il governo dell'isola.
Privatizzazioni, lo snellimento di un apparato statale mastodontico che in questi cinquant'anni ha monopolizzato pressoché ogni aspetto della vita economica cubana, la conseguente graduale dismissione della "libreta", la tessera alimentare che consente ai locali l'acquisto a prezzo "politico" di cibo e generi di prima necessità, sono alcuni dei primi passi, ma è evidente che ciò che maggiormente preme alle giovani generazioni è la libertà di espressione e di pensiero, fortemente
a rischio di limitazioni in un Paese governato da un solo partito e informato da mezzi di comunicazione esclusivamente a proprietà statale.
È ormai evidente la grande distanza che separa la vecchia e le nuove generazioni. La maggioranza dei ragazzi non si interessa di politica, ma aspira a guadagnare  e a lasciare il paese. Le soluzioni collettive non interessano più, ognuno cerca una soluzione individuale per uscire da questo soffocamento sociale e culturale.
Un Paese a forti tinte bianche e nere, dunque, chiaroscuri che riempiono di significato ogni ruga dei volti dei suoi abitanti, fieramente ancorati alle proprie radici rivoluzionarie ma pronti alle sfide di un futuro cui guardare con speranza.

clip_image002San Diego de Los Baños. L'atmosfera che si respira è vagamente sinistra e surreale. Il parco secolare e l'antica dimora di campagna dell'Hacienda Cortina sono stati abbandonati ormai da diversi decenni, ma tra i resti della tenuta alcuni anziani braccianti continuano a prendersi cura del parco a cui hanno dedicato un'intera vita di lavoro.

clip_image003Viñales. Nella campagna che si apre poco fuori Vinales, tra i mogotes e le piantagioni di tabacco,  ci si ingegna per non farsi mancare nulla: un ragazzo si arrampica tra i rami dell'albero più alto della sua tenuta, l'unico punto da cui riesca a captare il segnale per il suo telefono cellulare.

clip_image004Viñales. Un uomo ed il proprio cane aspettano insieme il termine di un'altra giornata di lavoro nei campi.

clip_image005Viñales. Le piccole baracche in cui vivono gli abitanti ai margini di questa tranquilla cittadina, deliziosamente essenziali, ci ricordano la semplicità di cui vivono le famiglie cubane: qui si vive di poco e la vita scorre tranquilla, scandita solo dai ritmi del lavoro.

clip_image006Maria La Gorda. Anche coloro che non possiedono molto altro che una piccola casa sono spesso pronti ad aprire la porta del proprio rifugio e a condividere un piatto di riso e fagioli con chi possa raccontar loro cosa succede fuori dalla loro Cuba.

clip_image007Playa Giron. Davanti al museo dello sbarco anticastrista della Baia dei Porci una famiglia prepara il necessario per trascorrere una giornata di vacanza sulla spiaggia.

clip_image008Cienfuegos. A Cuba la musica e il ballo scorrono nel sangue: anche tra i locali seminterrati di un vecchio edificio si nasconde una piccola sala da ballo dove tantissime le ragazze, alcune poco più che bambine, si esibiscono in balli e coreografie con movimenti sensuali e disinibiti. Purtroppo a Cuba non sono poche quelle che usano il proprio corpo per adescare facoltosi stranieri e ottenere qualche piccolo lusso extra, come una serata in discoteca o un nuovo paio di scarpe alla moda.

clip_image009Cienfuegos. In occasione di una fra le più attese feste del paese, i bambini si riversano nelle strade e prendono d'assalto le tante bancarelle di dolciumi e le giostre che per l'occasione vengono installate lungo le strade del centro. È un'occasione di festa per tutti i più piccoli, anche per quelli che sono cresciuti più in fretta di altri.

clip_image010Trinidad. Una bambola di stoffa, qualche pastello, tanti smalti e rossetti di ogni colore. Il "gioco" preferito per tante bambine è imparare a muoversi ed atteggiarsi come vere ragazze, per entrare il più presto possibile nel mondo dei più grandi.

clip_image011Camaguey. Uno dei nuclei di quartiere dei CDR, i comitati di difesa della rivoluzione istituiti all'inizio degli anni '60. Ormai è un luogo abbandonato, rimane solo tanta polvere e una vecchia sedia a dondolo.

clip_image012Cienfuegos. Durante il carnevale di paese, la musica ed il ballo non hanno età. Questa festa è un'occasione per tutti per fare festa ed abbandonarsi al ritmo coinvolgente del son cubano.

clip_image013Camaguey. Una bambina, incoraggiata dai genitori, improvvisa qualche passo di danza davanti al mio obiettivo.

clip_image014Santiago de Cuba. Un padre è costretto a chiedere l'elemosina per poter mantenere la propria famiglia. La libreta, la  tessera annonaria di razionamento con cui i cubani possono ottenere la propria quota mensile di alimenti, non è quasi mai sufficiente per garantire una qualità di vita adeguata.

clip_image015Santiago. Le strade dei quartieri periferici sono animate ad ogni ora del giorno: c'è chi gioca, chi discute, chi stende i panni, chi cerca di riparare una vecchia Chevrolet o semplicemente chi si ferma a guardare incuriosito i pochi stranieri che passano.

clip_image016Baracoa. La solitudine di un vecchio uomo, a cui fanno da compagnia soltanto i propri ricordi.

clip_image017Santa Clara. Come se si trattasse di un gioiello prezioso che dà luce alle scarne pareti di casa, una famiglia mostra con orgoglio l'unica fotografia della propria figlia, vestita del suo abito migliore.

clip_image018Baracoa. Un ragazzo gioca a baseball tra le macerie delle vecchie case andate distrutte in seguito al devastante uragano Ike, che colpì la costa nel settembre del 2008.

clip_image019Cayo Guillermo. Soltanto recentemente il governo cubano ha permesso agli abitanti dell'isola di accedere alle tante spiagge, un tempo destinate esclusivamente ai turisti stranieri. Una famiglia si gode un pomeriggio di vacanza tra le acque cristalline dei Cayos, immancabili un ombrellone ed una bottiglia di rum.

clip_image020L'Havana. La vita dei cubani si svolge per la maggior parte del tempo sulla strada. Nessuna inibizione frena i più giovani, che sui marciapiedi della capitale non rinunciano ad ostentare uno stile di vita del tutto disinvolto ed emancipato.

All images © Annalisa Natali

Testo e fotografie © Annalisa Natali

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