lunedì 13 aprile 2015

SABINE WEISS | PHOTOGRAPHER

"Ho sempre sentito il bisogno di denunciare, con le mie fotografie, le ingiustizie che si incontrano (...) Non amo le cose eclatanti, preferisco la sobrietà...non si tratta di voler bene, occorre provare commozione."
"Fotografo per conservare l'effimero, fissare il caso, trattenere in immagine ciò che va scomparendo: gesti, atteggiamenti, oggetti che sono testimoni del nostro passaggio. La fotocamera li raccoglie e li fissa nel momento stesso in cui essi scompaiono."
Meno conosciuta dal grande pubblico rispetto ai colleghi più noti, Sabine Weiss è una fotografa francese di origine svizzera, nata nel 1924 e legata alla corrente della fotografia umanista.
Il suo interesse per la fotografia inizia quando è ancora una bambina, che usa una fotocamera comprata con la paghetta, in seguito imparerà la tecnica fotografica e, dopo il diploma, si trasferirà a Parigi per diventare assistente del celebre fotografo di moda Willy Maywald. In quel primo periodo Weiss comprende l'importanza della luce naturale "come fonte di emozione".
Animata da diversi interessi culturali, realizza i ritratti di celebri personaggi del mondo della musica, dell'arte, della letteratura, collaborando al tempo stesso a diverse riviste internazionali. Dal 1950 entra a far parte dell'agenzia Rapho a fianco di Ronis, Boubat ed altri. Le sue foto fissano la quotidianità unendo poesia e rigorosa osservazione dell'aspetto sociale.

"Luce, gesto, sguardo, movimento, silenzio, riposo, rigore, distensione, vorrei incorporare tutto in questo istante affinchè l'essenza dell'uomo si esprima con un minimo di mezzi." Sabine Weiss percorre le vie, di Parigi e di altre città, alla ricerca dei suoi soggetti: scene di strada, bambini, solitudini, figure perse nella nebbia, tutti legati da una caratteristica comune fatta di spontaneità e semplicità.
"Mi piace molto questo dialogo costante tra me, il mio apparecchio ed il mio soggetto, cosa che mi distingue da certi altri fotografi che non cercano questo dialogo e preferiscono distanziarsi dal loro soggetto".
 Nel 1950 Sabine Weiss decide di diventare fotografa indipendente ed inizia la caccia alle ordinazioni nel campo della moda, della pubblicità, del fotoreportage. Ha l'opportunità di firmare contratti con le più grandi riviste francesi ed americane, quali LIFE, Vogue, Paris Match, Newsweek. "Questo mi ha permesso di vivere del mio lavoro, di essere indipendente. Ho avuto fortuna."
Nel maggio 1954 Sabine Weiss parte per il Portogallo per conto della NATO e si concentra su un obiettivo: riportare una visione più vibrante e meno scontata rispetto all'immagine stereotipata di un paese che vive sotto una dittatura da molti anni, un paese segnato dalla povertà, dall'emigrazione massiccia e dalla fine di quello che fu un glorioso impero.

Sabine entra negli opifici dove si fabbricano tappi di sughero, si sofferma nelle città e nei villaggi dal ricco passato, ma è particolarmente felice accanto ai pescatori che l'accolgono con simpatia grazie al suo irresistibile sorriso e alla sua semplicità nei rapporti con persone di diversa estrazione sociale. 


Sabine Weiss is a humanist photographer, fascinated by the individual whose emotions she seeks to capture. She has produced portraits of the great names in music, literature, art, etc. She was made a Knight of the Arts and Literature in 1987 and an Officer of the Arts and Literature in 1999.

Biography

Decisive encounters

Having studied photography in Geneva under Frédéric Boissennas , Sabine Weiss moved to Paris where she worked as an assistant to the fashion photographerWilly Maywald . She says of this period: “When I arrived in Paris, I got a job with Maywald, to whom a friend had recommended me [...] With him I learned the importance of natural light [...] as a source of emotion".
In 1950, she became a freelance photographer. Her meeting with Robert Doisneau  in the offices of Vogue was decisive as it led to her joining the Rapho agency of which Doisneau was a member, along with Willy Ronis  and Édouard Boubat .
That same year, she married the American painter Hugh Weiss  and became friendly with personalities from the art world, such as Jean Cocteau  and Maurice Utrillo .
Her contract with Vogue ended in 1961.
Sabine Weiss travelled the world and published a large number of reports in a range of magazines, such as Time, Life, Newsweek, Town and Country, Holiday andParis Match.
In 1955, Edward Steichen chose three of her photographs for the The Family of Man  exhibition.

A humanist photographer

Sabine Weiss likes to photograph people going about their daily lives. She tries to capture their emotions in her photographs:  “I take photographs to hold on to the ephemeral, capture chance, keep an image of something that will disappear: gestures, attitudes, objects that are reminders of our brief lives. The camera picks them up and freezes them at the very moment that they disappear”. “I love this constant dialogue between myself, my camera and my subject, which is what differentiates me from certain other photographers, who don’t seek this dialogue and prefer to distance themselves from their subject”.
Her work forms part of the current of what is known as “humanist” photography: “Light, gesture, expression, movement, silence, rest, rigour, relaxation... I’d like to incorporate everything into this moment so that the person’s essence is expressed with the minimum of means.”






















All images © Sabine Weiss



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