venerdì 10 aprile 2009

ARCHITETTURA PER L'EMERGENZA

Progetti senza frontiere. Case d’urgenza per affrontare calamità e disastri
È già successo per i terremoti di Kobe in Giappone, nel 1995, e dello Sichuan in Cina nel 2003. Ecco, insieme a ricerche più sperimentali, alcuni esempi di case d’urgenza contemporanee utilizzate con successo per fronteggiare situazioni di emergenza.
Quando la ricerca incontra l’etica: costruzioni temporanee al servizio dell’umanità
Diciamo la verità: l’inizio del terzo millennio si è manifestato con una serie di eventi che hanno portato in primo piano la parola emergenza: terremoti, alluvioni, migrazioni, tsunami, attacchi terroristici, guerre, crisi economiche. Il pericolo di perdere la propria casa sembra essere una paura diffusa e sempre più frequentemente l’architettura sperimenta forme abitative provvisorie che hanno a che vedere col concetto contemporaneo di rifugio. Spesso interpretando in chiave contemporanea l’icona della casa tradizionale. Qualcosa di simile era successo negli anni ‘50 con la paura della bomba atomica e il proliferare di rifugi in cemento armato da installare sotto le case.
Oggi le paure sono di più e più indefinite e i bunker domestici non sembrano più sufficienti a rispondere all’ansia degli abitanti delle metropoli contemporanee. Non stupisce dunque che, a proposito di casa, insieme al tema della sostenibilità oggi si parli di rifugio. Con un diretto riferimento alle necessità primarie dell’abitare coniugate con concetti quali mobilità, leggerezza, smontabilità, ecologia, riciclo, reversibilità.




Superadobe Domes. Progettate nel 1991 da Nader Khalili col Californian Institute of Earth Art & Architecture, queste abitazioni temporanee sono vere e proprie case-trincea


Cartone sotto forma di tubi impermeabilizzati ed assemblati. E' il materiale usato dal giapponese Shigeru Ban per le case d’emergenza realizzate a Kobe in seguito al terremoto del 1995


Sono interamente costruite con le lattine delle bibite le case di fortuna realizzate in Sud Africa dal tedesco Michael Hoenes. L’obiettivo è: unire l’utilità al rispetto per ambiente


Rebirth Brick del cinese Liu Jaikum. Un mattone che nasce dai detriti delle macerie del terremoto di Sichuan impastati con la paglia. Il prototipo è stato esposto all'ultima Biennale di Architettura di Venezia


Le tende-rifugio dello Studio Orta sono architetture temporanee in movimento capaci all’occorrenza di trasformarsi in pezzi d’abbigliamento, sacchi a pelo o unità di primo soccorso

Gli olandesi MVRDV per il loro prototipo di casa d’urgenza, presentato a Milano nel 2008, utilizzano mattoni ricavati dagli scarti dell’industria tessile. L’idea mette insieme la seconda vita delle cose con la reperibilità delle risorse


Il risultato del lavoro di Reynolds è l’architettura fai da te. Un lavoro cominciato nel 1977

Le tende rosa realizzate dallo Studio Graft per gli sfollati di New Orleans. Un progetto pensato non soltanto per ospitare la popolazione colpita dall'uragano Kathrina ma anche per catturare l'attenzione dei media

A metà strada tra una dotazione militare e uno scafandro da palombaro, gli abiti-case del gruppo giapponese Final Home, ideati da Kosuke Tsumura, sono un’interpretazione della capanna contemporanea costruita intorno al corpo


link correlati:

http://www.shigerubanarchitects.com/

http://www.studio-orta.com/

http://www.finalhome.com/

http://www.calearth.org/

http://www.mvrdv.nl/

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