venerdì 3 luglio 2009

LA TRANSARCHITETTURA DEI NOX

“Una società può essere definita liquido-moderna se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure” dice Zygmunt Bauman nella Vita liquida. E Il carattere liquido della vita e quello della società da lui così ben descritte si stanno sempre più materializzando anche in architettura. Nell'architettura sperimentale di uno studio come quello dei Nox guidati da Lars Spuybroek per esempio.

L’architetto olandese ha infatti un approccio prettamente digitale che nega le convenzioni liberando i progetti da ogni costrizione di tipo costruttivo. L'architettura che ne scaturisce è collocabile nello spazio di transizione tra l'organismo biologico e le moderne tecnologie elettroniche.

Ai nuovi modi di relazionarsi, agli innovativi concetti di luogo e di informazione, la disciplina delle costruzioni nella sua declinazione più classica spesso non riesce più ad essere all'altezza. E la ricerca nei linguaggi architettonici si orienta sempre più verso il mondo informatico, portando gli architetti più innovativi ad ampliare la gamma di possibilità altrimenti inaccessibili.

Oltre che nel campo architettonico, lo studio dei Nox è attivo nella produzione di video, allestimenti, installazioni e sculture: una produzione ibrida che spesso mixa la comunità urbana alla web community. Al lungo e laborioso processo di ricerca del concepimento della forma di Lars Spuybroek si deve dunque il merito di sollecitare nuovi esperimenti che faranno sicuramente passi avanti anche nel campo della costruzione.


Nessun commento:

Posta un commento

ShareThis

post<li>
Related Posts with Thumbnails