Elio Pulli discende dalla tradizione delle “Botteghe delle Arti minori”: un apprendistato che segna tutta la sua produzione e lo predispone a un rapporto con l’arte diverso da molti pittori e scultori del periodo che precede e segue il secondo dopoguerra.
Nipote di Giuseppe, maestro elementare di Lecce, che aveva aperto una scuola divenuta punto d’incontro di artisti e di uomini di cultura dell’epoca, e figlio di Giovanni, che iscrittosi alla Bottega dello scultore Guacci per apprenderne l’arte, nel 1929 ricevette, dallo stesso Guacci, un incarico che lo portò a Sassari, dove si stabilì e aprì, a sua volta, una Bottega. Tutti gli artisti dell’epoca frequentavano la Bottega di Giovanni Pulli, dove si incontravano Eugenio Tavolara, Filippo Figari, Stanys Dessì, Costantino Spada, G. Magnani, Libero Meledina, G. Più, Video Anfossi, Francesco Becciu, Busia, Fabio Lumbau.
Cresciuto in questo cenacolo d’arte, dove convivevano musica, pittura, scultura, ceramica e artigianato, Elio Pulli, dimostrò subito di avere un talento non comune e una predisposizione eccezionale, tale da consentirgli di impadronirsi di varie tecniche, nelle quali riversare la sua fantasia e le sue qualità. Queste ultime, lo portarono a continuare ad occuparsi della Bottega fondata dal padre e, nel 1952, appena diciottenne, a vincere il Premio Michetti a Francavilla a Mare, fino a divenire un maestro capace di padroneggiare le arti con ampio respiro.
Pulli si dedica a questa attività unendo l'esperienza appresa nella bottega paterna allo studio approfondito di quest'arte. Profonda è la sua conoscenza rispetto alla lavorazione della terracotta, che viene smaltata, modellata, decorata; tecniche applicate son quelle della crosta, distacco dell'argilla e il trattamento a lucignolo, consistente nel sovrapporre giri di cilindri di argilla, congiunti con la pressione della mano, fino al raggiungimento della dimensione desiderata. Pulli approndisce anche lo studio dei modelli antichi dei vasi: le forme dei propri vasi son le rielaborazioni moderne di un'arte propria della tradizione, che ha avuto nel passato momenti di incredibile splendore. Non tutta la produzione vasolare ha uno scopo necessariamente strumentale; così, rispetto alla produzione di Pulli, vi son sia realizzazioni che soddisfano l'aspetto funzionale sia quelli che hanno la forma che trascende l'uso per assumere quello proprio di una scultura. Oltre allo studio relativo alla forma Pulli approfondisce quello reativo al disegno e al colore: disegno e pittura appaiono condizionati dalla forma dell'oggetto.
Le sue realizzazioni soddisfano sia l’aspetto funzionale tipico del vaso, sia quelli di una forma che trascende l’utilizzo proprio per assumere quello di una sorta di scultura: un oggetto da ammirare per se stesso al di là dell’utile. All’essenziale condizione plastica dei vasi si aggiunge la qualificazione delle superfici attraverso il disegno e il colore.
L’artista ha studiato le patine del mondo antico a base di blenda di ferro e manganese sui toni del rosso e del nero, non tralasciando l’effetto della lucentezza metallica e non trascurando l’effetto della vernice nera dei vasi attici e la vernice rossa dei vasi aretini del principio dell’età imperiale romana. Un cenno particolare merita, infine, la decorazione, sia dipinta che graffita, che crea continui effetti differenti con un gioco di ritmi che riconduce il passato al presente con mirabile disinvoltura.
In mostra nella Sala delle Volte del Centro Comunale d’Arte e Cultura Exmà di Cagliari, mostra aperta fino al 27 settembre 2009.
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