martedì 8 settembre 2009

MIGNECO, PITTORE EUROPEO

Quando si parla di Giuseppe Migneco il pensiero va immediatamente al pittore realista, all’anti-fascista che per la sua coerenza di militante conobbe anche il carcere, a un uomo passionale, persino geloso della sua sicilianità. A sfuggirci, molto probabilmente, è il carattere internazionale della sua arte, quel filo rosso che riconduce l’intera sua produzione a mostri sacri della pittura di Ottocento e Novecento come Vincent Van Gogh, Pablo Picasso e Francis Bacon.

Cacciatori di lucertole

Cacciatori di lucertole

Questo il percorso che segue la retrospettiva «Migneco Europeo» che Taormina sta dedicando all’artista messinese fino al 1° novembre nella Chiesa del Carmine, riprendendo un discorso interrottosi esattamente 26 anni fa, quando fu celebrato dalla prima antologica.

Capostazione

Capostazione

A emergere è l’immagine di un artista «nuovo» che, senza nulla perdere della sua sicilianità, aveva volto lo sguardo su quanto accadeva nel resto del Vecchio continente, a cominciare da Van Gogh, la cui suggestione chiara si avverte nelle sue prime opere di accento fortemente espressionista, affidate ad una pennellata contorta e sofferta, con colori bruciati di giallo e di un verde marcio che tendeva al nero.

Gli ospiti non vengono più

Gli ospiti non vengono più

Su quell’impianto poi l’artista seppe sviluppare, attraverso una originale rilettura della lezione cubista di Picasso, il suo inconfondibile linguaggio realista che comunque lo riportava all’immaginario della sua isola.

Le sementi

Le sementi

Un orizzonte dal quale Migneco (Messina 1908, Milano 1997), che come Quasimodo e Vittoriani era figlio di un capostazione, era sempre pronto a ripartire con la sua pittura impegnata, fino a giungere, intorno agli anni Sessanta e Settanta, a quella spietata e acre critica contro la società del falso benessere.

L'ospite

L'ospite

Qui il suo linguaggio si fa scarno, con linee secche e nervature nere che definiscono le forme entro schemi di rigida tessitura, con toni cromatici lividi e freddi, quasi slavati, che fanno pensare alle immagini raggelate di Bernard Buffet.

L'uomo che legge il giornale

L'uomo che legge il giornale

In ultimo, una stagione cupa in cui l’artista, quasi abbandonando tutte le speranze di riscatto che avevano animato la sua giovinezza, riflette sulla sconfitta personale e collettiva di un mondo divenuto indifferente e violento.

Pescatore e bambino

Pescatore e bambino

È proprio alla fine degli anni Settanta e nei primi anni Ottanta che Migneco sembra infatti riflettere sul «destino trafitto» e sul presagio di morte, facendo ricorso ad una figurazione claustrofobica, dai colori violenti che fanno pensare alla tragica solitudine di Francis Bacon.

Pescatore Verde

Pescatore Verde

Dalla mostra di Taormina emerge, insomma, un Migneco «isolano» ma per nulla «isolato». Appunto, un «Migneco europeo».
«Migneco europeo»
Taormina, Chiesa del Carmine, fino al 1° novembre 2009
A cura di Lucio Barbera e Anna Maria Ruta
Orari:10.30-12.30, 17.00-21.00. Lunedì chiuso
Ingresso: intero euro 6,50, ridotto euro 4,50
Catalogo: Silvana Editoriale
Per informazioni: 0942 21142

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