mercoledì 9 settembre 2009

GRANDI FOTOGRAFI IN MOSTRA A RIVANAZZANO TERME

Quattro fotografi per 6 mostre: l'autore di spicco quest'anno è Sebastião Salgado, fotografo di fama internazionale, con altri grandi autori, quali Bruno De Faveri e Roberto Cifarelli, e una retrospettiva dedicata all'autore locale Luigi Cavagna. A Rivanazzano Terme dal 12 al 20 settembre.

Dopo il successo riscontrato nel 2008, il "Circolo Fotoamatori Rivanazzanese" presenta la seconda edizione della "Settimana della Fotografia", che si terrà a settembre nella località termale oltrepadana. Le mostre, patrocinate dal Comune di Rivanazzano Terme, dalla FIAF, Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, e dalla Provincia di Pavia, saranno allestite nel Teatro Comunale di Rivanazzano, nella Biblioteca Civica Paolo Migliora, nei locali della Stazione di Salice, all'Albergo Ristorante Selvatico, alle Terme di Rivanazzano e alla Galleria Antica Rus'.

Di assoluto prestigio gli autori scelti dal Circolo Fotoamatori Rivanazzanese per questa edizione: da Sebastião Salgado con gli emigranti di tutte le nazioni, le cui foto saranno esposte in tre diverse strutture, a Bruno De Faveri, fotografo naturalista che esporrà i suoi scatti sulla vita degli animali selvatici, a Roberto Cifarelli, "l'uomo che fotografa in jazz", per finire con Luigi Cavagna, di professione notaio, le cui foto del dopoguerra sono state esposte in una galleria di New York.

Sebastiao Salgado nasce nel 1944 in una tenuta agricola di Minas Gerais, uno Stato rurale del Brasile. Quando ha 5 anni la sua famiglia si trasferisce nella cittadina di Aimorés, e non ha nemmeno vent'anni quando va a Vitoria, per completare il liceo e frequentare l'università. Si stabilisce quindi con Lélia, la futura moglie, nella metropoli di Sao Paulo, dove prosegue gli studi per diventare economista. Nel 1969, quando il Brasile è governato dai militari, parte per l'Europa con la moglie, scoprendosi un po' rifugiato, un po' immigrato, un po' studente. Non sorprende quindi il senso di identificazione e persino di complicità che prova per gli esuli, gli emigranti, la gente che si rifà una vita lontano dal luogo in cui è nata.

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Comincia la sua carriera da economista prima di dedicarsi, nel 1973, alla fotografia.

Da fotogiornalista, Salgado segue importanti avvenimenti giornalistici del mondo - l'attentato a Reagan, la guerra in Angola e nel Sahara Spagnolo, la prese degli ostaggi israeliani ad Entebbe.

Malidesper SALGADO

Porta avanti, contemporaneamente, un lavoro più personale di documentazione fotografica. Lavorando prima come freelance e poi per le agenzie fotografiche Sygma, Gamma e Magnum Photos, Sebastião viaggia molto, occupandosi prima degli indios e dei contadini dell'America Latina, quindi della carestia in Africa verso la metà degli anni Ottanta.

KoremCamp SALGADO

Salgado privilegia i temi sociali, documentati con un bianco e nero possente, e sa reinventate anche il lavoro del fotoreporter, portandolo a un livello di impegno etico ed estetico straordinario.

Zaire. 1994. Photograph by Sebastião

Tra il 1986 e il 2001 si dedica principalmente a due progetti: nel 1993 documenta la fine della manodopera industriale su larga scala nel libro "La mano dell'uomo", una ricognizione puntuale che indaga e celebra il lavoro manuale ancora esistente alla fine del secondo millennio, libro che sancisce la sua consacrazione internazionale come fotografo. E nel 2000 pubblica due libri di grande successo con gli scatti realizzati in sette anni di reportage in tutto il mondo, in cui documenta l'umanità in movimento, non solo profughi e rifugiati, ma anche immigranti verso le immense megalopoli del Terzo Mondo. Le sue foto ritraggono le recenti tragedie africane, l'Asia e l'esplosione delle sue megalopoli, i movimenti di popolo dell'America Centrale e Meridionale, gli emigranti messicani e russi verso gli Stati Uniti e i rifugiati afgani e dell'ex Jugoslavia. Grandi mostre itineranti, a Roma alle Scuderie del Quirinale e poi a Milano all' Arengario, accompagnano anche in questo caso l'uscita dei libri "In cammino" e "Ritratti di bambini in cammino".

Pelliccia contro il freddo, 1982 SALGADO

Le ragioni di questo lavoro vanno ben oltre la storia personale. "Si tratta di una mostra a carattere eminentemente politico", ha precisato Salgado nel discorso di presentazione della mostra a Roma. Esistono foto storiche, come quelle della bambina vietnamita sfigurata dal napalm o quella dello studente cinese solo di fronte ai carri armati in piazza Tien An Men, che hanno funzionato da denuncia, si sono rese metafore di un senso politico inequivocabile. E in questa chiave andrebbero guardate e pensate, secondo l'autore, le immagini che fino al 20 settembre rimarranno esposte a Rivanazzano Terme. Per non dimenticare che l'85 per cento dell'umanità vive nelle condizioni testimoniate dai reportage di Salgado. La mostra di Salgado, quindi, non è soltanto un evento culturale, ma un'occasione per crescere umanamente, è di quelle che lasciano il segno per la qualità delle immagini, la loro bellezza ed intensità, ma sopratutto per i loro contenuti. Lo stesso Salgado, a proposito delle lingue e della comunicazione, dice: "Il linguaggio che si legge e che non ha bisogno di traduzioni è quello della fotografia".

On July 31st 1983 Iraqi soldiers took away all the men of several villages, they were never seen again.  Beharke, Iraqi Kurdistan. 1997

E le sue fotografie parlano dello sfinimento che si legge nei volti dei curdi in fuga, della fierezza scritta negli occhi delle donne del Mozambico che tornano al lavoro dopo anni di esilio dalle loro terre a causa della guerra civile, della rabbia degli zapatisti in Messico e del movimento dei "senza terra" in Brasile, che lottano per il lavoro e la terra.

Sebastiao Salgado, Rappresentante Speciale dell'UNICEF e membro onorario dell'Accademia delle Arti e delle Scienze negli Stati Uniti, è considerato uno dei più grandi fotografi dei nostri tempi.

Bruno De Faveri, fotografo naturalista, nasce a Tortona, in provincia di Alessandria, il 3 febbraio 1963. Comincia a fotografare in modo amatoriale all'inizio degli anni '90, dopo aver visto all'opera fotografi della National Geographic Society in Madagascar.

In un decennio di approcci, tentativi, soddisfazioni e delusioni, fotografa la natura in tutte le sue forme.

Sula (Sula bassana) Gannet, Bass Rock, Scozia

Dal 2000, dopo l'uscita del libro "Da ponte a ponte, un mondo di emozioni" ambientato per scommessa su un piccolo tratto di riva del fiume Scrivia, il suo modo di scattare assume una connotazione più professionale.

Bruno De Favari.jpg2

Collabora alla produzione di cd-rom e guide sulla natura della provincia di Pavia, enti locali, riviste nazionali, autori di guide naturalistiche e svariate pubblicazioni del settore.

Garzetta (Egretta garzetta)

Viaggia e scatta immagini in diversi luoghi del mondo, dalla Tanzania alla Florida, dal Kenya alla Scozia all'India, ma il suo cuore, fotograficamente parlando, lo porta sempre lungo le rive del fiume Scrivia, dove vive e nei meravigliosi scorci della Valle Vigezzo, luogo di nascita materno.

Roberto Cifarelli, grande appassionato di jazz e di fotografia, da anni partecipa con la moglie a moltissimi eventi musicali, ritraendo i grandi della musica.

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Nel 2000 la moglie organizza, a sua insaputa, una mostra delle sue foto in uno dei migliori jazzclub al mondo, la "Salumeria della musica", a Milano.

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Gli addetti ai lavori scoprono così la sua arte e da lì "esplode" come fotografo dei musicisti.

Collabora con molte etichette internazionali di musica, nel 2003 le mostre delle sue foto sono presenti in tutta Europa ed esce il suo primo libro sul jazz.

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Fotografo specializzato nella fotografia di eventi musicali e creatore di spettacoli multimediali, in questa mostra/installazione espone alcune immagini dei più importanti musicisti mondiali di jazz, fotografati nei vari festival europei inseriti in una installazione che gioca con le riflessioni delle immagini. Il primo impatto di scatole impilate e scarabocchiate durante le esposizioni precedenti contrasta con l'interno luminoso che sembra espandere lo spazio all'infinito.

Luigi Cavagna fotografava da anni, ma solo nel 1949 prese coscienza che la fotografia poteva non avere limiti ai fini dell'esperienza artistica e porsi quindi come forma di arte autonoma. Dopo la laurea, nel 1952, è accolto quale praticante in uno studio notarile di Milano ed ha così l'opportunità di frequentare l'ambiente fotografico milanese, dal quale trae utili esperienze. Può frequentare, diventandone quindi amico, un gruppo di artisti che saranno poi etichettati come i protagonisti del "realismo esistenziale".

Fotografa e partecipa attivamente a mostre, concorsi e manifestazioni, ottenendo numerosi riconoscimenti, fino al 1958. Dal 1959 si dedica totalmente alla professione notarile.

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Nel 1999 una galleria di New York lo rintraccia per chiedergli alcune sue foto per una mostra dedicata alla fotografia italiana del dopoguerra. Questo episodio lo induce a recuperare le immagini del periodo dal 1951 al 1958 e a riproporle nel volume "Luigi Cavagna fotografie 1951-58".

L'inaugurazione e la presentazione della "Settimana della Fotografia" si terranno sabato 12 settembre al Teatro Comunale di Rivanazzano, alle ore 16.00. Alla presentazione, moderata da Laura Disperati, presidente Circolo Fotoamatori Rivanazzanese, interverranno Bruno De Faveri e Roberto Cifarelli. A Renzo Basora, artista e critico d'arte, sarà affidato il compito di presentare l'opera di Salgado, mentre Graziano Bertelegni, direttore del periodico "Oltre", avrà il compito di presentare Luigi Cavagna.

Le mostre saranno visitabili dal lunedì al venerdì dalle ore 16:00 alle 19:00, il sabato e la domenica dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 19:00.

Per maggiori informazioni: info@rivafoto.com

Ufficio stampa Settimana della Fotografia
Rosita Viola - Agenzia Promoemozioni

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