Viaggio fotografico in una delle baraccopoli di Luanda, capitale dell'Angola. Una quotidianità fatta di gioie, dolori e giochi.
Nel suo libro "Davanti al dolore degli altri", Susan Sontag scrive:
“ Sarebbe meglio mettere da parte la compassione che accordiamo alle vittime della guerra e di politiche criminali per riflettere su come i nostri privilegi si collocano sulla carta geografica delle loro sofferenze e possono – in modi che preferiamo non immaginare- essere connessi a tali sofferenze, dal momento che la ricchezza di alcuni può implicare l’indigenza di altri.”
E’ una frase che, letta al mio ritorno da due anni vissuti in una delle baraccopoli della capitale Angolana, mi ha fatto riflettere sul significato delle immagini che ho scattato con la macchina, ma soprattutto che ho fissato col pensiero e che ho vissuto.
La compassione ci allontana dal conoscere veramente questo popolo, che va guardato con l’ammirazione e osservato, prima con un po’ di distacco per capirne le dinamiche, e poi va vissuto immergendosi nella realtà dura del quotidiano senza prendere fiato. È così che donne, bambini, giovani e vechi ci insegnano con gesti semplici e con sguardi fieri cosa sia la dignità, perché hanno interiorizzato il valore della sofferenza, che noi allontaniamo come maledizione, ma che è la base per una vera rinascita. È un esercito di persone che lotta perché la giustizia e le opportunità siano distribuite più equamente, e porta avanti questi valori scontrandosi con una realtà violenta, spesso corrotta, e alle volte inumana, ma senza perdere il coraggio di lottare per ciò che sarà una possibilità in più per i propri figli.
E noi, immersi nella nostra immensa bolla di sapone, siamo spesso ancora solo capaci di guardare le immagini con compassione…
Fulvia Boniardi
Fulvia Boniardi
Fulvia Boniardi, è laureata al Dams a Padova. Dopo la laurea parte per Luanda, capitale dell'Angola con il Vis, associazione di volontariato italiana, come volontaria in servizio civile per il primo anno, e direttamente come cooperante del VIS il secondo anno. Segue un progetto educativo per il recupero di ragazzi di strada e in carcere, un progetto sportivo (capoeira come inclusione sociale), ed insegna espressione artistica. Rientrata in Italia da pochi mesi, sta frequentando il Master in Human Rights and Conflict Management all'Università S.Anna di Pisa. Non è fotografa professionista, ma ama sperimentare nuovi metodi di comunicazione.
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