Un volume squadrato con grandi vetrate e completamente rivestito di legno è il buen retiro dell’architetto Arthur Casas nella foresta brasiliana. L’essenzialità degli interni sembra rendere ancora più viva la natura selvaggia circostante
Non si potrebbe immaginare un buen retiro più simbolico di questo padiglione immerso nella vegetazione della foresta brasiliana.
«Questa casa è il mio mantra», dice l’architetto Arthur Casas che ha progettato l’abitazione per sé: «Il contatto così ravvicinato con la foresta selvaggia mi difende dallo stress». A meno di due ore di macchina da San Paolo, metropoli caotica e inquinata dove Casas vive e lavora, è un rifugio per il week-end e ogni elemento è stato studiato per fondersi con il paesaggio.
La costruzione è squadrata, rivestita dentro e fuori di legno, e ha enormi pareti di vetro a tutta altezza. Le vetrate annullano la percezione dell’interno e rendono lo spazio surreale: sembra di essere seduti direttamente nella giungla. Le linee sono rigorose e l’arredamento essenziale.
«L’elemento chiave di questa casa è la simmetria, che sottolinea l’ordine e l’armonia di cui ho bisogno per ritrovare l’equilibrio e rilassarmi, quando non lavoro», dichiara l’architetto. L’estrema semplicità è intesa come un vero lusso, al pari dei materiali impiegati: un teak brasiliano - il camarù, legno della foresta amazzonica resistente al clima tropicale e ideale per armonizzare con lo spirito del paesaggio - pietra e vetro.
All’interno, le pareti sono bianche come i divani: tutto è stato studiato per lasciar respirare lo spazio, per poter ammirare gli alberi e il cielo da ogni punto della casa. «Non amo l’eccesso di mobili e oggetti», spiega Casas: «Per me sono importanti le cose che appartengono alla mia storia, che raccontano la mia vita, come i tappeti che ho collezionato in anni di viaggi in Turchia, Marocco, Africa e Perù, i libri, i mobili che erano di mia nonna, i tessuti comprati da artigiani in ogni angolo della terra. Sono cose che hanno origini lontane, ma stanno bene insieme».
Anche la struttura della casa è stata progettata per interagire con l’esterno. Così la cucina e la zona pranzo si protendono verso la piscina: “C’è un equilibrio che lega questi spazi: la casa così rigorosa e la foresta così selvaggia non sono in contrasto, e insieme raccontano la stessa filosofia, fanno parte del mio progetto di vita».
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