sabato 17 aprile 2010

JUNGLE LIVING

Un volume squadrato con grandi vetrate e completamente rivestito di legno è il buen retiro dell’architetto Arthur Casas nella foresta brasiliana. L’essenzialità degli interni sembra rendere ancora più viva la natura selvaggia circostante

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Non si potrebbe immaginare un buen retiro più simbolico di questo padiglione immerso nella vegetazione della foresta brasiliana.

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«Questa casa è il mio mantra», dice l’architetto Arthur Casas che ha progettato l’abitazione per sé: «Il contatto così ravvicinato con la foresta selvaggia mi difende dallo stress». A meno di due ore di macchina da San Paolo, metropoli caotica e inquinata dove Casas vive e lavora, è un rifugio per il week-end e ogni elemento è stato studiato per fondersi con il paesaggio.

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La costruzione è squadrata, rivestita dentro e fuori di legno, e ha enormi pareti di vetro a tutta altezza. Le vetrate annullano la percezione dell’interno e rendono lo spazio surreale: sembra di essere seduti direttamente nella giungla. Le linee sono rigorose e l’arredamento essenziale.

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«L’elemento chiave di questa casa è la simmetria, che sottolinea l’ordine e l’armonia di cui ho bisogno per ritrovare l’equilibrio e rilassarmi, quando non lavoro», dichiara l’architetto. L’estrema semplicità è intesa come un vero lusso, al pari dei materiali impiegati: un teak brasiliano - il camarù, legno della foresta amazzonica resistente al clima tropicale e ideale per armonizzare con lo spirito del paesaggio - pietra e vetro.

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All’interno, le pareti sono bianche come i divani: tutto è stato studiato per lasciar respirare lo spazio, per poter ammirare gli alberi e il cielo da ogni punto della casa. «Non amo l’eccesso di mobili e oggetti», spiega Casas: «Per me sono importanti le cose che appartengono alla mia storia, che raccontano la mia vita, come i tappeti che ho collezionato in anni di viaggi in Turchia, Marocco, Africa e Perù, i libri, i mobili che erano di mia nonna, i tessuti comprati da artigiani in ogni angolo della terra. Sono cose che hanno origini lontane, ma stanno bene insieme».

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Anche la struttura della casa è stata progettata per interagire con l’esterno. Così la cucina e la zona pranzo si protendono verso la piscina: “C’è un equilibrio che lega questi spazi: la casa così rigorosa e la foresta così selvaggia non sono in contrasto, e insieme raccontano la stessa filosofia, fanno parte del mio progetto di vita».clip_image007

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Testo di Alessandra Burigana. Foto di Richard Powers

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