lunedì 26 settembre 2011

IL PICCOLO PARADISO DI MAURITIUS

Sole, spiagge, rum e tè, memorie coloniali e grandi parchi. L'isola dell'Oceano Indiano è un piccolo paradiso. Anche per la joie de vivre che caratterizza gli abitanti. E per la svolta ecosostenibile del turismo



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Un visitatore di Dina Robin, come chiamarono l´isola gli arabi, o di Prins Maurits, come la battezzarono gli olandesi nel Seicento, o dell´Isle de France come la denominarono i francesi quando era una loro colonia, scrisse che «Dio fece per prima cosa Mauritius, poi creò il paradiso». Quel visitatore era Mark Twain, che fu per alcuni giorni sull´isola dell´Oceano Indiano durante un viaggio che lo portò attraverso i possedimenti britannici per tenere conferenze, tra il 1894 e il 1896. I diari dello scrittore americano vennero pubblicati in Following the Equator che conteneva anche critiche all´imperialismo. Altro ospite eccellente di Mauritius fu Charles Darwin che raggiunse l´isola nell´aprile del 1836, durante la sua spedizione scientifica attraverso il mondo a bordo del Beagle. Lo scrittore-naturalista parlò di «scenari splendidi dal verde brillante».
Oggi, come all´epoca di Darwin, l´isola, grazie al clima e alla collocazione tra il Tropico del Cancro e l´Equatore, è verdissima e tutta coltivata. Gli olandesi, all´inizio del Seicento introdussero la canna da zucchero e la schiavitù; i francesi, che non abolirono la schiavitù nonostante fosse stata bandita nella madrepatria nel 1794, diffusero la produzione di canna da zucchero su vasta scala e realizzarono una ferrovia per trasportarla. Costruirono anche distillerie di rum: liquore nazionale come nei Caraibi che hanno in comune con Mauritius la storia coloniale, la cultura creola e la musica seggae, un misto tra il reggae e il locale séga. Gli inglesi furono la potenza coloniale che più a lungo occupò l´isola: la governarono tra il 1810 e il 1968 (anno dell´indipendenza) senza cambiare il nome che le avevano dato gli olandesi (Mauritius) e la lingua nazionale (il francese); di british introdussero la coltivazione del tè, l´ordinamento giuridico e la guida a sinistra. Per il té, principalmente quello nero, è stata creata La Route du Thé, un percorso nel sud dell´isola che tocca le piantagioni tra Saint Aubin e Bois Cheri, con aziende produttrici, case coloniche e punti di degustazione.
Se da sempre l´agricoltura (secondo alcuni lo zucchero di Mauritius è il migliore del mondo) e l´industria tessile sono le principali attività produttive, da vent´anni il turismo è uno dei pilastri dell´economia. Qui è sempre estate, e in ogni stagione arrivano sull´isola di soli duemila chilometri quadrati visitatori da tutto il mondo: nel 2010 sono stati quasi un milione. Fiori all´occhiello sono il mare protetto dalla barriera corallina e ideale per le immersioni, i parchi nazionali e la joie de vivre comune a tutta la popolazione che ha origini indiane, africane, cinesi, europee. Darwin, parlando delle etnie presenti a Mauritius, scrisse: «Le varie razze che camminano per le strade sono lo spettacolo più interessante della capitale Port Louis».

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E dalla capitale, che nacque come stazione commerciale olandese sulla costa ovest nel XVII secolo, può partire il nostro viaggio, anche se l´aeroporto internazionale è a sud, appena fuori la piccola città di Plaisance. L´unico elemento in comune che Port Louis ha con altre capitali è il traffico caotico, per il resto, è una città tranquilla, con edifici coloniali ben tenuti e molte attrattive culturali. Da visitare, i mercati: colorati, chiassosi, pieni di odori intensi, dove il turista è rispettato se sa contrattare sul prezzo.

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Il più grande è il Mercato Centrale, tra il Waterfront e Farquhar street, ospitato in una struttura dell´Ottocento: da poco restaurato, è adibito ai prodotti alimentari al piano terra e all´artigianato al primo piano. Il Caudan Waterfront che costeggia il mare da Place du Quai a Le Caudan è invece l´area con i locali e i negozi eleganti: ci si può passeggiare, guardare il mare, mangiare e fare acquisti.

Foto di Aapravasi Ghat, Port Louis
Questa foto di Aapravasi Ghat

Sito Unesco è Aapravasi Ghat, la Ellis Island mauriziana, un luogo che fu di sofferenza.

Foto di Aapravasi Ghat, Port Louis
Questa foto di Aapravasi Ghat

È un castelletto in pietra che tra il 1849 e il 1923 servì come centro di smistamento per gli immigrati, soprattutto indiani, che venivano a raccogliere la canna da zucchero dopo l´abolizione della schiavitù.

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Uno dei musei da vedere è il Blue Penny Museum che raccoglie una straordinaria collezione di coloratissimi francobolli mauriziani e testimonianze del passato coloniale.

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Il pezzo più ammirato è una statua al piano terra, realizzata da Prosper d´Epinay nel 1884: rappresenta due giovani abracciati, Paul e Virginie, protagonisti del romanzo omonimo scritto dal francese Jacques-Henri-Bernardin de Saint-Pierre alla fine del Settecento. Paul e Virginie sono i due eroi nazionali, i Romeo e Giulietta dell´isola. Ispirato ad un fatto accaduto, il romanzo, «venduto qui più della Bibbia», come scrisse Mark Twain, racconta la storia d´amore dei due giovani mauriziani che si conclude con la morte di Virginie di ritorno da un viaggio in Francia voluto dai genitori per allontanarla dall´amato; la nave sulla quale era imbarcata, naufragò davanti agli occhi di Paul.

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Musei, case coloniche, natura, cucina, tradizioni e musica locale non sono però amati e richiesti dai turisti quanto il mare, che qui come scrisse Bernardine de Saint-Pierre è di «un magnifico splendore». Lungo quasi tutta la costa, grazie alla protezione della barriera corallina, il mare è sempre calmo, con le spiagge bianche di corallo. La città balneare più mondana, la Saint-Tropez di Mauritius, è Grand Baie, sulla punta nord: dai moli di legno ci si imbarca per le isole-riserve naturali di Ile Plate, Coin de Mire, e Ile aux Serpents.

clip_image006 cascate di Tamarin

La piccola isola-nazione si trova ora davanti ad un bivio: la domanda turistica aumenta di anno in anno per le bellezze naturali, l´estate perenne e i prezzi convenienti. Costruire nuovi alberghi e resort? Incrementare l´offerta turistica significherebbe però distruggere le coste già molto edificate: si sta scegliendo di puntare sul turismo sostenibile e la salvaguardia della natura. clip_image007
Fonte

clip_image008 cratere di un vulcano spento, chiamato Trou aux-Cerfs.

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Mauritius, Le Saline

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Shiva

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Ganesh a Grand Bassin

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offerte

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tempio indu

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tra le canne da zucchero

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Ile aux Cerfs

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African tree

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Cuore di ninfea!

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Ninfea sbocciata

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Maison Eureka, Mauritius

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Hindu temple at Port Louis

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Gris Gris

Photo credit

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