La mostra e' dedicata alla celebre tavola 'Citta' ideale', conservata appunto nelle sale della Galleria Nazionale delle Marche, uno dei piu' affascinanti enigmi del Rinascimento italiano.Per l'occasione verra' presentata insieme ad un'altra 'citta' ideale', di analoga impostazione, conservata nella Walters Art Gallery di Baltimora. Una terza conservata a Berlino non puo' purtroppo viaggiare per le sue pessime condizioni conservative.
L'esposizione, a cura di Lorenza Mochi Onori e Vittoria Garibaldi, offre l'opportunita' per esplorare il significato dell'idea di citta' che si riflette in quelle architetture dipinte, per cogliere il senso delle utopie che vi sono rappresentate.La tavola dipinta con la Città ideale nella Galleria Nazionale delle Marche costituisce uno dei più affascinanti enigmi del Rinascimento italiano. Non se ne conoscono né la funzione né l’autore, eppure essa appare come un compendio di arte, scienza e speculazione filosofica, uno dei più alti raggiungimenti della civiltà fiorita a Urbino nella seconda metà del Quattrocento, alla corte del Duca Federico da Montefeltro, il più dotto ed illuminato fra i signori del suo tempo.
Nella mostra allestita nel Palazzo Ducale di Urbino a cura di Lorenza Mochi Onori e Vittoria Garibaldi, si può finalmente ammirare la tavola di Urbino insieme ad un’altra “città ideale”, di analoga impostazione, conservata nella Walters Art Gallery di Baltimora (una terza conservata a Berlino non può purtroppo viaggiare per le sue pessime condizioni conservative). Una occasione unica per approfondire la conoscenza di opere così singolari e misteriose, per esplorare il significato dell’idea di città che si riflette in quelle architetture dipinte, per cogliere il senso delle utopie che vi sono rappresentate.
Accanto alle due tavole sono esposti in mostra oltre 50 fra dipinti, sculture, tarsie, disegni, medaglie, codici miniati e trattati di architettura che illustrano a tutto campo la felicissima stagione vissuta dalla piccola capitale, stretta tra i monti e le colline del Montefeltro, cerniera fra le terre di Toscana, Umbria, Marche e Romagna. Sono presenti opere di Jacopo de Barbari, Piero della Francesca, Luca Signorelli, Fra’ Carnevale, Domenico Veneziano, Sassetta, Mantegna, Perugino, Bramante e infine Raffaello, che, formatosi pienamente nella cultura urbinate, diverrà uno dei grandi ‘architetti’ del Cinquecento. Raffaello è presente in mostra con un disegno e con la predella della Pala Oddi eccezionalmente concessa dai Musei Vaticani.
Contenitore e nello stesso tempo elemento costitutivo della mostra è la splendida architettura del Palazzo Ducale di Urbino, nella cui realizzazione vennero implicati gli architetti che inventarono il linguaggio rinascimentale quali Leon Battista Alberti, Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini, che vengono tutti e tre ritenuti possibili autori della tavola urbinate.
La mostra è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche, dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Marche, dalla Regione Marche, dalla Provincia di Pesaro e Urbino, dal Comune di Urbino, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro e dall’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” e da Banca Marche. L’organizzazione è affidata a Gebart con la collaborazione di Civita. Il catalogo è edito da Electa.
Veduta di una Città ideale - Bartolomeo di Giovanni Corradini detto Fra Carnevale, Tempera su tavola, Walters Art Gallery-Baltimore
San Bernardino restituisce la vita ad un bambino - Bottega del 1473, Tempera su tavola, Galleria Nazionale dell'Umbria-Perugia
San Bernardino guarisce Nicola di Lorenzo - Bottega del 1473, Tempera su tavola, Galleria Nazionale dell'Umbria-Perugia
Bernardino restituisce post-mortem la vita - Bottega del 1473, Tempera su tavola, Galleria Nazionale dell'Umbria-Perugia
Flagellazione - Francesco di Giorgio Martini, Bronzo sbalzato, Galleria Nazionale dell'Umbria-Perugia
Ritratto di Frà Luca Pacioli con un allievo - Jacopo de' Barbari, Olio su tavola, Museo di Capodimonte-Napoli
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