Rientrato in Italia, si occupa di cronaca nera per giornali quali "Milano Sera".
Nel 1950 parte per Roma: a Cinecittà collabora ad alcuni cortometraggi e partecipa alla realizzazione de "Lo sceicco bianco" di Fellini.
Dopo questa parentesi, con l'amico Franco Pinna e con Plinio De Martiis, Caio Garrubba e Nicola Sansone fonda la "Fotografi Associati", la prima cooperativa di fotografi in Italia, esperienza che termina dopo circa un anno per carenza di mezzi economici.
Nel dicembre del 1954, incuriosito dalla celebre "Inchiesta su Orgosolo" dell'antropologo siciliano Franco Cagnetta e dalle tematiche legate al banditismo arriva in Sardegna, a Orgosolo; qui scopre un mondo nuovo, cruento ma intatto nei valori e nelle tradizioni, dal quale resta profondamente affascinato.
Nel 1957 è a Mamoiada, dove realizza le prime fotografie del carnevale. Queste, insieme a quelle di Orgosolo, costituiranno l'apparato iconografico del volume "Bandits d'Orgosolo", prima edizione dell'inchiesta di Cagnetta, pubblicata in Francia nel 1963.
Le sue immagini della Sardegna, con quelle della Lucania di Franco Pinna, apriranno in Italia la strada all'etnofotografia, genere fino ad allora poco considerato ma che negli anni successivi avrà una grande diffusione.
Trasferitosi a Parigi, continuerà a lavorare nella cronaca per giornali, soprattutto per "Il Mondo" di Pannunzio. Particolarmente interessanti i ritratti delle celebrità del mondo artistico e cinematografico realizzati in questo periodo. Dopo una lunga esperienza alla sedeRAI di Parigi come operatore, l'amore per la Sardegna e il muralismo sardo lo porteranno a stabilirsi definitivamente a San Sperate.
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