Tornano a Milano, dopo oltre tre anni di assenza, le opere del grande artista americano, Keith Haring. Con un'esposizione che apre ufficialmente la nuova sede della galleria Vecchiato Art Galleries, in via Santa Marta, una delle piu' suggestive della citta' a pochi passi dal Duomo. La mostra, curata da Luca Beatrice, illustra i principali passi della creativita' dell'artista attraverso una selezione di opere, tra cui alcune sculture molto significative, dal 1981 al 1988. D'altra parte, l'attivita' artistica di Haring prende forma nell'arco di una sola decade, dal 1980 al 1990, quando ha realizzato wall drawing metropolitani, tele, disegni e sculture.
In tutti i suoi lavori e' evidente che siamo di fronte a uno dei protagonisti emblematici di quell'epoca, e per tanti aspetti a un precursore dei tempi. Nella Galleria Vecchiato, le opere esposte ben rappresentano l'universo visuale di Keith Haring, coloratissimo, primitivo e simbolico, infatti tutti i lavori sono realizzati con materiali e supporti diversi: dall'inchiostro all'acrilico, dall'acquaforte allo smalto, dalla carta al cartone, dall'acciaio all'alluminio al legno intagliato. "La sua arte "per tutti", come lui stesso amava precisare - ha spiegato Luca Beatrice - si e' andata definendo universalmente in segni che hanno trovato nelle piu' svariate forme, da un mini supporto in legno o metallo alla parete di una chiesa, lo spazio per una espressivita' senza eguali. Che si trattasse di cartone, polistirolo o alluminio, o che il suo strumento fosse un enorme pennello, un'incisione, o una pittura acrilica, gli omini stilizzati di Haring vivono nell'immaginario collettivo come ironico e giocoso messaggio di derisione al perbenismo imperante della societa' occidentale".
La liberta' espressiva di Keith Haring prende efficacemente forma nell'esposizione alla Vecchiato Art Galleries in cui si ammirano, tra gli altri: Untitled del 1986, acquaforte su carta rappresentante una testa di Medusa moderna che accosta cosi' mito e contemporaneita'; la splendida scultura King and Queen del 1987/88 in smalto su acciaio; Untitled (Wood Relief), opera del 1983 in legno intagliato e dipinto dalle forme e dai colori primordiali; Untitled (BurningSkull), maschera in alluminio del 1987 che ancora una volta riporta ad un'estetica ancestrale.
Oltre che artista dal linguaggio popolare ed accessibile, come ci ricorda Untitled del 1984, grande cuore in acrilico su styrofoam di ispirazione pop, anch'esso in mostra, Keith Haring e' stato "la star" di una controcultura che ha buttato le basi dell'odierna public art, dichiaratamente politica, mischiando, inoltre, graffitismo e art brut in uno stile che e' diventato icona, contraddicendo chi vedeva nella sua chiassosita' popolare la scia di una meteora destinata ad esaurirsi. La sua attivita', durata poco piu' di un decennio, fino al 1990, anno della sua morte, non e' certo stata un fenomeno stagionale. A conferma della sua espressivita' lontana da ogni schema, si puo' citare l'ironico Untitled del 1982, realizzato con inchiostro Sumi rosso e nero su carta, Best Buddy del 1986 in legno intagliato e il particolare e divertente Untitled (Happy Face), opera del 1987 eseguita su due ante di legno dipinte con acrilico.
Haring, insieme a tanti amici come Jean Michel Basquiat, Andy Warhol (suo maestro) a Madonna, ha fatto la storia della New York tra la fine degli anni Settanta e gli Ottanta. E' stato promotore di campagne contro l'Aids, le droghe, la discriminazione omosessuale e per la difesa dell'infanzia, causa per la quale si e' sempre battuto. Fino alla fine. Non e' un caso se il 12 febbraio, quando era ormai provato dalla malattia, sdraiato sul letto in stato di semi-incoscienza, chiede carta e penna e scarabocchia a fatica il suo "Radiant Baby", che per tutti e' stato simbolo di vita, vitalismo, vitalita'. L'esposizione milanese proseguira' fino al 30 giugno, poi si spostera', ampliata, in ottobre e novembre, nella sede della Vecchiato Art Galleries di Padova.
Keith Haring
1958
Nasce il 4 maggio a Reading in Pennsylvania da Joan e Allen Haring.
1976-78
Si trasferisce a Pittsburgh. Frequenta per un breve periodo una scuola d'arte applicata. Vede una retrospettiva dei dipinti di Pierre Alechinsky al Carnegie Museum. Prima personale di disegni astratti al Pittsburgh Center for the Arts.
1978-79
Si trasferisce a New York City dove frequenta la School of Visual Arts. Dipinge su carta usata come sfondo per fotografie di grandi dimensioni in uno studio a livello strada sulla Ventiduesima e scambia opinioni e idee con i passanti. Registra su videocassetta l'esecuzione dei suoi dipinti.
Murale della Marquette University, Milwaukee, Wisconsin, 1983
Fotografia di Curtis L. Carter
Senza titolo, 1983
Inchiostro su polistirolo
Haggerty Museum of Art, dono dell'artista
1980
Organizza mostre e si esibisce al Club 57, nello scantinato di una chiesa al numero 57 di Saint Mark's Place. Partecipa al Times Square Show, mostra di arte emergente. Disegna per la prima volta i dischi volanti, gli animali e le figure umane che ricorrono nei disegni della metropolitana.
1981
Disegna per la prima volta con il gesso bianco sulla carta nera incollata sui manifesti pubblicitari vecchi nelle stazioni della metropolitana di New York. Dipinge su plastica, metallo, oggetti di scarto e statue di poco valore. E' curatore di mostre di disegni e graffiti presso il Mudd Club. Mostra personale al Club 57. Partecipa all'evento New York/New Wave a New York. Esegue i primi murales nel cortile di una scuola del Lower East Side. Conosce l'autore di graffiti L.A. II (Angel Oritz).
1982
Collabora con L.A. II. Inizia a dipingere su tele viniliche. Prima personale alla Tony Shafrazi Gallery, New York. Partecipa a Documenta 7 a Kassel, Germania Occidentale. Crea una animazione di trenta secondi, andata in onda ininterrottamente per un mese sul mega videoschermo di Times Square.
1983
Dipinge il murale per la Marquette University a Milwaukee nel Wisconsin. Partecipa alla Whitney Biennial e alla Sao Paulo Bienal. Espone opere eseguite in collaborazione con l'autore di graffiti L.A. II presso la Fun Gallery, New York, Robert Fraser Gallery, Londra e la Galerie Watari di Tokyo. Seconda personale alla Tony Shafrazi Gallery. Conosce Andy Warhol.
1984
Dipinge murales a Sydney, Melbourne, Rio de Janeiro, Dobbs Ferry, Minneapolis e Manhattan. Crea una animazione pubblicitaria della durata di sessanta secondi per i magazzini Big di Zurigo in Svizzera.
Keith Haring mentre dipinge il murale
1985
Inizia a dipingere su tela. Espone contemporaneamente i dipinti alla Tony Shafrazi Gallery e le sculture di acciaio dipinto a vivaci colori alla Leo Castelli Gallery, New York. Personale al Musée d'Art Contemporain, Bordeaux. Partecipa alla Biennale di Parigi. Crea le scene per Sweet Saturday Night, Brooklyn Academy of Music, New York, e The Marriage of Heaven and Hell, per the Ballet National de Marseille, Francia. Dipinge uno sfondo di 7,50 x 9,50 m per The Palladium, New York. Stampa e distribuisce 20.000 manifesti Free South Africa. Disegna quattro orologi per Swatch Watch USA.
1986
Non disegna più nella metropolitana. Personale al Stedelijk Museum, Amsterdam. Tre sculture di grandi dimensioni installate temporaneamente negli spazi del Hammarskjold Plaza, New York. Inaugura il Pop Shop, dove vende gadget e riproduzioni delle sue opere. Dipinge il murale Crack is Wack e altri murales sul Muro di Berlino e ad Amsterdam, Parigi e Phoenix, Arizona. Esegue dipinti sul corpo di Grace Jones per il video l'm Not Perfect. Collabora con Brian Gysin in Fault Lines e con Jenny Holzer per i cartelloni del Vienna Festival '86.
1987
Mostre personali a Helsinki, Anversa e Knokke, Belgio. Espone maschere in acciaio dipinte e pitture su tela alla Tony Shafrazi Gallery. Partecipa a Art Against AIDS, mostra di beneficenza curata da Steven Reichard. Dipinge murales a Düsseldorf, Parigi, Anversa, New York e Knokke. Disegna i cartelli indicatori stradali di Tokyo.
1988
Inaugura un Pop Shop a Tokyo. Dipinge murales a Chicago e Atlanta con i bambini e organizza dei laboratori artistici. Dipinge il murale Easter at the White House eretto sul prato della Casa Bianca e poi donato al Children's Hospital, Washington, D.C. Dipinge il murale all'incrocio tra FDR Drive e Houston Street a Manhattan. Espone alla Hans Mayer Gallery, Düsseldorf, e alla Tony Shafrazi Gallery.1989Si dedica a importanti campagne di sensibilizzazione sull'AIDS. Dipinge murales a Monaco, Chicago, New York, lowa City, e sulla parete esterna di un monastero di Pisa. Fonda la Keith Haring Foundation, organizzazione benefica impegnata in diverse attività sociali. Espone alla Gallery 121, Anversa.
1990
Muore di AIDS il 16 febbraio.
Keith Haring
A cura di Luca Beatrice
Testo in catalogo della mostra:Keith Haring
Milano - Vecchiato Art Galleries
Dal 9 aprile al 30 giugno 2009
Ciao.
RispondiEliminaMeraviglioso il lavoro di Keith Haring.
Altro bellissimo post, Catone.
Felice Weekend.
Sill