martedì 23 giugno 2009

MANIFESTI D'ARTISTA (giugno)


A Trieste, in via Fabio Severo, angolo Foro Ulpiano, dall’ 8 giugno, ogni 15 giorni si snoderanno, nel gigantesco formato di 3 metri x 6, fino alla metà di ottobre (salvo il mese di agosto) immagini, messaggi, enunciati frutto di riflessioni e pensieri che scaturiscono da convinzioni e sperimentazioni avvallate da collaudati percorsi d’arte. Il fatto di portare l’arte lungo le strade, fuori dai musei e gallerie - cioè da luoghi protetti oltre che destinati nello specifico all’esposizione di prodotti artistici - comporta certo una visione e un consumo diversi dell’opera stessa. Innanzi tutto testimonia una volontà di apertura e di democratizzazione del prodotto artistico, rendendolo visibile e fruibile da tutti, non solo dagli addetti ai lavori, dall’uomo della strada proprio in senso letterale. In secondo luogo in qualche modo s’instaura un’inevitabile connessione tra l’immagine d’arte e il manifesto pubblicitario in sé, usato di norma a fini commerciali, in quanto l’artista stesso a volte tende a parafrasarne le modalità visive di promozione commerciale, o con intenti ludici o risucchiando l’arte in una sfera promozionale e autoreferenziale in un complesso gioco di interferenze e di scambio di ruoli.
16 gli artisti che quest’anno si affacceranno lungo la via Fabio Severo: locali, nazionali e stranieri: tra questi ultimi tre austriaci, una svizzera e due sloveni. Essi sono : Angelo Pretolani, Erika Stocker, Marco Deganutti, Anda Klancic, Carlo Buzzi, Luca Scarabelli, Martin Dickinger, Uli Vobank Schedler, Hyeda Klein, Laura Malacart, Manuela Sedmach, Barbara Faessler, Anna Pontel, BRIDA, Annalisa Cattani, Giancarlo Norese.
I primi manifesti cheapparsi l’8 giugno sono di Angelo Pretolani ed Erika Stocker.


La grandiosa foglia di alloro di Angelo Pretolani si ricollega a facebook, innestandosi così in una attualissima e diffusissima prassi di comunicazione. Rientra infatti nel lavoro di performance quotidiano che l’artista svolge sul blog planetario, dal titolo “Sotto il selciato c’è la spiaggia” e si riferisce alla performance dello scorso 29 aprile. L’azione, realmente accaduta, riguarda Angelo che passeggia lungo il marciapiede del binario 9 della stazione Brignole a Genova, mentre ascolta distrattamente gli annunci dei treni. Abbandona la foglia di alloro nella sala di aspetto con su scritto “Lascia che la vita ti passi attraverso”. Una frase di adesione alla vita, intrisa di pacata filosofia, un invito ad abbandonarsi senza remore ad essa. “Sotto il selciato c’è la spiaggia” discende dall’omonimo titolo del film di Helma Sanders del 1975, a sua volta sottratto a uno slogan del maggio francese, e questo percorso, scelto da Pretolani, la dice lunga circa l’orientamento, le convinzioni, le nostalgie dell’artista.


Altrettanto significativo il messaggio di Erika Stocker lanciato attraverso un’immagine bicromatica (giallo/viola) che nei contorni evoca la forma bombata dei vecchi televisori catodici. Un’immagine, tratta da un’antica diapositiva, che passa dunque attraverso la TV, luogo di trasmissione per eccellenza. E racconta di una casa in demolizione, dove tra i calcinacci passa l’artista stessa. E’ la sua casa, quella che poi, nella ristrutturazione, si è trasformata in quella attuale. Ma questo interessa fino a un certo punto. Ciò che colpisce è l’analogia intenzionale con le attuali distruzioni dell’Abruzzo; un passare attraverso, con spirito costruttivo e fiducioso, accompagnati dalla dicitura “L’arte attraversa vittoriosamente la vita”. Qui è una fede nell’arte che vince gli ostacoli e le difficoltà della vita, un opporsi alla distruzione attraverso la sua forza universale che non muore mai, ed è un’affermazione estensibile alle realtà più disparate.
Ieri 22 giugno, secondo appuntamento di “MANIFESTI D’ARTISTA"


Singolare il titolo del lavoro di Massimo Deganutti “Teriomorfismo 11”. Da qualche tempo infatti il giovane artista udinese tende a raffigurare una particolare riflessione filosofica che gli deriva dalle tesi post-umanistiche di Roberto Marchesini. Teriomorfismo significa infatti l’attribuzione di connotati animali a figure umane, nella storia e nel mito in riferimento soprattutto a divinità e a figure mitiche “secondo un modo espressivo diffuso in diverse culture antiche e moderne”. E’ l’antitesi di antropomorfismo, è l’innesto di forme animali nel corpo umano e consegue al superamento del concetto antropocentrico, dell’uomo misura di tutte le cose, che ha governato la cultura occidentale a partire quanto meno dalla civiltà greca. E che ha trovato particolare esaltazione con l’avvento dell’Umanesimo, nel ‘400, definendosi poi nel Rinascimento. Il teriomorfismo non pone l’uomo al centro del mondo conosciuto, in contrapposizione all’alterità animale, ma ingloba nell’uomo le specie animali estendendone in questo modo le diverse potenzialità che esse comportano, arricchendolo. Gli animali hanno organi sensoriali diversi dall’uomo, e pertanto egli non rappresenta l’universalità, sottolinea l’artista.


Del tutto diverso il mondo proposto dall’artista slovena Anda Klancic che già si è fatta conoscere in città in diverse occasioni tra cui “Anima e corpo, due abiti dell’uomo”, la scorsa estate alla Serra di Villa Revoltella. L’artista ha trasposto in manifesto un suo lavoro pensato per uno spazio interno, che qui si espone allo sguardo di tutti. È una forma leggera, un sembiante umano e naturale insieme che alita nello spazio infinito, in un cielo vorticante, attraversato da nubi che si rincorrono.. L’innesto uomo/natura sta alla base del suo pensiero. Anche per i materiali che Anda usa nella realizzazione delle sue forme, fibre naturali, corteccia di palma, in un lavoro di intreccio che rimanda ai dettati della fiber-art, come ad antiche tradizioni popolari.
Info: GRUPPO78, via Monte Cengio, 11 – 34127 Trieste/Italy
Tel/fax ++39 040 567136; cell. 3398640784;
mail: m.campitelli@mastermail.it
info@gruppo78.it
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