«Inganni ad arte» è una mostra ricca e, coerentemente col titolo, ingannevole.
Centosessanta opere, quattro anni di lavoro della curatrice Annamaria Giusti per raccontare, per la prima volta in Italia, la storia del trompe-l'oeil «dall'antichità al contemporaneo», come recita il sottotitolo dell'esposizione, visitabile fino al 24 gennaio 2010 nel fiorentino Palazzo Strozzi (http://www.palazzostrozzi.org/).
Il piano nobile di Palazzo Strozzi si trasforma in una gigantesca wunderkammer dove all'inganno si mescola il sorprendente, il bizzarro, in un labirintico allestimento che trasforma il visitatore in una sorta di Alice nel paese delle meraviglie. Lo stupore pare essere il filo conduttore dell'operazione, un leggero senso di vertigine e smarrimento accompagna il percorso. Che pure riserva veri e propri capolavori, come il "Ritratto dell'arcivescovo Filippo Archinto" di Tiziano, che cela parte del volto e della figura seduta dietro le trasparenze di un tendaggio, e chissà come saranno piaciute a Bacon quelle mani spennellate, o il "San Marco Evangelista" da Francoforte, di Andra Mantegna. Per tacer del piccolo, commovente "Cristo benedicente" di Carlo Crivelli, o del magnifico leggio corale di Giovanni da Verona, soffocato in un angusto spazio dedicato. Così, navigando fra un Tiepolo e un Veronese, scoprendo che quella telina appiccicata lassù è Niccolò dell'Abate, rischiando di cozzare contro uno degli specchi di Pistoletto («Un'altra stanzina? – No, è un inganno»), si accumulano oggetti ed opere, bellissime nature morte, ante di organo fiamminghe, pianelle tedesche in serpentino di Sassonia e sontuosi abiti regali in carta dipinta. Senza respiro per chi lo meriterebbe, in una dimensione che sembra rifarsi al celebre "Scarabattolo" (in mostra) dall'Opificio delle pietre dure, star di qualsiasi esposizione dedicata al tromp-l'oeil. Significativamente la Giusti sottolinea la differenza che corre fra l'intento meramente decorativo e il vero dato artistico. Che qui però soffoca. "Esiste il vero tromp-l'oeil?", titola il saggio firmato da Miriam Milman per il bel catalogo della mostra, quasi un sunto degli studi sull'argomento. Esiste, ma qui si scantona forse troppo, forzando i confini da un lato verso i virtuosismi prospettici, dall'altro verso il gioco degli inganni. Piacerà tanto ai bambini questa mostra, c'è pure uno spazio interattivo ricco di magie e il personale delle sale è stato istruito a piccoli giochi di prestigio. Stupefacente, meraviglioso, nel senso che provoca ‘maraviglia', dall'antichità ai giorni nostri (con la sola parentesi dell'alto medioevo) sembra essere l'imput che arriva al visitatore, ma quell'attimo di raccoglimento per godere della poesia dell'arte non abita al momento queste affollate stanze. Peccato, basterebbe a volte che gli organizzatori riuscissero a frenare la bulimia dei curatori.
Inganni ad arte. Meraviglie del trompe-l'oeil dall'antichità al contemporaneo
Firenze, Palazzo Strozzi, fino al 24 gennaio 2010
http://www.inganniadartefirenze.it/
di Valeria Ronzani
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