lunedì 16 novembre 2009

THOMAS BILLHARDT

Thomas Billhardt, uno dei più grandi fotogiornalisti contemporanei: da qualche tempo ha restaurato con grande gusto un vecchio casale a Sanbuceto, sulle colline della Valtaro, in provincia di Parma. E vi si é trasferito.

casale_sanbuceto2

Migliaia di scatti, la testimonianza diretta di un secolo appena finito, in tantissimi luoghi: DDR, Unione Sovietica, Vietnam, Libano, Jugoslavia, Cile e Cuba. Thomas era presente nei momenti in cui la storia aveva qualcosa da dire, da far vedere, da imprimere per sempre su una pellicola e nelle memorie.

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Ogni angolo della sua casa valtarese parla della sua professione, dei suoi infiniti viaggi, della sua storia di uomo e di grande artista. Guardi e, con un po' di fantasia, vedi sempre un oggetto che ti dice qualcosa del suo passato.

mozambico_1983

Billhardt é stato per decenni uno dei fotografi ufficiali della ex DDR: la Germania dell'Est, quella appartenente al blocco sovietico, aderente al Patto di Varsavia e contrapposta alla Nato. Ad un certo punto della sua carriera professionale, si é trasferito in occidente, prima della caduta del muro di Berlino.

cile_1969

Ora, dopo tanti viaggi, ha messo radici qui, é diventato, con la sua famiglia, anche lui un po' valtarese.

fotostoria_thomas

In un’intervista ha dichiarato che:"ha nuotato, come un pesciolino rosso, per mezzo secolo, in un mare infestato di pesci piraña e di squali"; era abbastanza naturale che, visto il suo lavoro, visti i frequentissimi viaggi, un po' tutti gli chiedessero di fare la spia, di trafugare documenti e foto, da una parte all'altra del mondo. "Ho rischiato di perdere la vita tante volte; lavoravo sempre in modo un po' incosciente, contando sulla buona sorte; a Sarajevo me la sono vista veramente brutta: ammazzavano i fotografi e gli operatori TV come niente fosse e anch'io ho rischiato grosso".

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E' riuscito a mantenersi neutro nel tempo, senza sporcarsi e senza scendere a troppi compromessi, pensando con la sua testa: prima come convinto sostenitore dell'ideologia del blocco sovietico, poi come disincantato testimone della caduta di tante utopie.

Thomas Billhardt 1

Pur viaggiando moltissimo non ha mai voluto volutamente imparare le lingue; l'inglese lo usa in modo scolastico: il suo modo di comunicare sono e restano le immagini, il suo punto di vista é quello di un fotografo oggettivo e disincantato. Il suo mondo non é fatto di parole, bastano le immagini.

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E' stato per oltre cinquanta volte nell'ex URSS, decine di volte in Vietnam, in Libano, in Cina, in Mozambico, in Iraq.

Thomas Billhardt 2

Ha lavorato molto anche in Italia: il vecchio PCI e la Giunta della Regione Toscana, negli anni settanta, gli commissionarono alcune pubblicazioni di alto pregio.

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Thomas é nato nella Germania nazista (1937), é sopravvissuto alla seconda guerra mondiale, é cresciuto ed ha studiato nel blocco orientale; é passato poi in occidente, prima della caduta del muro di Berlino ed ora vive in Italia.

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I suoi scatti sugli scenari di guerra, quelli che hanno per soggetto i bambini, di prendono il cuore.

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Penso che la sua anima artistica si sublimi in certi sguardi innocenti, colpiti dalla violenza cieca degli adulti. Ti fanno capire tutta la ferocia dell'animo umano, più di infinite parole.

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Anche Per questo, collabora con le campagne di sensibilizzazione dell'UNICEF e di tanti enti morali.

Thomas Billhardt 6

Le sue storie fatte di immagini, hanno del fantastico; anche dopo che sono passati dei decenni, spesso torna a trovare i soggetti che ha fotografato in momenti particolari: il pilota americano abbattuto sui cieli del Vietnam, la ragazzina orfana diventata madre, dopo una guerra devastante.

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Thomas Billhardt, un grande artista, una grande testimonianza vivente del XX secolo.

Fonte

thomas_billhardt[24]

Gli scatti di Thomas Billhardt, uno dei più grandi fotoreporter contemporanei, sono i protagonisti della mostra Era così. Immagini dalla Germania Est 1959-1989 che si è inaugurata sabato 31 ottobre al Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato e si protrarrà fino al 13 dicembre.

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La mostra fa parte della serie di eventi della manifestazionePrima o poi tutti i muri cadono”- promossa per il ventennale della caduta del Muro di Berlino dalla Regione Toscana con il coordinamento di Mediateca Regionale Toscana Film Commission - e presenta fotografie che ritraggono istanti del quotidiano e occasioni ufficiali con uno sguardo insieme appassionato e distaccato.

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L’ingresso è libero.
Per informazioni: 0574 5317 - http://www.centropecci.it/

Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277, Prato
Orario mostra: 10 -13 e 15-19. Chiuso il martedi'

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