Il segno contemporaneo di Marcio Kogan. Quando il modernismo carioca incontra la tradizione indigena. Il risultato è una villa da star
Il Brasile in fatto di architettura fa tendenza. Saranno gli spazi, immensi. Sarà l’economia, che vola e non conosce crisi. Oppure il mix di stili e culture che compone il DNA brasiliano. Di sicuro hanno i risultati, sempre eccellenti. Come questo. Luogo: stato di Rio de Janeiro. Sopra una costa mozzafiato, in bilico tra terra e cielo. Benvenuti a Casa Laranjeiras.
Si tratta dell’ultima opera firmata da Mk27, lo studio di Marcio Kogan, sofisticato progettista di San Paolo, tra i più noti e amati del Brasile contemporaneo. Riesce a essere grandiosa e insieme essenziale. Complice il paesaggio. E un sapiente gioco di equilibri e contaminazioni. Il modernismo brasiliano (quello di maestri come Niemayer e Mendes da Rocha, per intenderci) dètta i volumi. Materiali e colori sono rustici, richiamano la tradizione indigena (legno, argille, pietra). Hanno texture calde, vibranti. Non solo: eco-logici ante litteram, funzionano anche come isolanti termici naturali e tengono lontano il caldo rovente dell’estate carioca.
«Legno e ceramica sono riciclati», ci tiene a specificare Gabriel Kogan, fratello di Marcio, con lui nel team di Mk27. Naturale anche il sistema di ventilazione, ottenuto studiando i venti: «Efficienza energetica (a basso impatto ambientale) e massimo comfort per i proprietari», spiegano i Kogan. Una sensibilità ambientale nuova per il Brasile, dove il disordine urbanistico e il deforestamento selvaggio della Foresta Amazzonica sono emergenze all’ordine del giorno.
Il melting pot è il filo rosso che unisce i pezzi di Casa Laranjeiras. Vicino c’è la città di Paraty: dista una quindicina di chilometri, è un gioiello secentesco in stile spagnolo. Per integrarla al tessuto edilizio i Kogan hanno attinto dall’architettura coloniale locale: dal portico che reinterpreta il patio antico al tetto a capanna di tegole agli intrecci dei materiali naturali.
Il piano terra è tutto dedicato alla zona giorno. Divani oversize, tavoli e sedie per ospitare, aree conversazione: tutto è pensato per aprirsi al fuori. E il fuori (piscina da un lato e spiaggia dall’altro) entra dentro. Basta spostare i vetri scorrevoli per trovarsi immersi nella natura. Le camere da letto sono al primo piano. Il soffitto più basso le rende raccolte e private, le finestre sono schermate da una boiserie di legno a listelli. Chiuse sono inaccessibili, sono tuttuno con la facciata. Aperte danno sul panorama attorno, senza esserne invase.
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http://www.marciokogan.com.br/
Di Nina Tatou
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