Atri REPORTAGE Festival
© Alessandro Imbriaco
A cura di Renata Ferri
Casilino 900, nella periferia est di Roma, era il campo nomadi più grande della città, e uno dei più grandi di Europa. La sua storia risale alla fine della seconda guerra mondiale, quando la zona fu occupata abusivamente da immigrati siciliani giunti nella capitale in cerca di lavoro. Gradualmente, man mano che gli immigrati cominciarono a inserirsi nella società, la zona fu abbandonata, per essere successivamente occupata da comunità di Rom provenienti dall’ex Yugoslavia.
All’inizio del 2010 il campo è stato interamente sgomberato, le abitazioni demolite e la comunità di Rom, che vi era vissuta per quasi mezzo secolo, dispersa in alloggi provvisori all’interno della città. Paradossalmente quella comunità aveva impedito che il territorio venisse trasformato, attraverso una spregiudicata speculazione edilizia, in un non-luogo amorfo. Le foto di questo lavoro sono state scattate negli ultimi quattro mesi di esistenza del campo.
Casilino 900 fa parte di un progetto fotografico più ampio pensato come una mappatura discontinua dei modelli abitativi alternativi presenti nel territorio di Roma. La discontinuità ricalca l’espandersi difforme di questi modelli e la loro natura intrinsecamente mobile. È un ripensamento del concetto di abusivismo inteso non soltanto come occupazione illecita di un luogo ma come trasformazione del luogo stesso, delle sue funzioni e del suo assetto estetico, come generatore di “derive” non integrabili nell’illusione di un piano regolatore.
La deriva è molteplice, può essere una ex fabbrica trasformata in condominio, gli archi di un acquedotto antico usato come soffitto a volta di un insediamento occasionale, i luoghi abbandonati delle periferie riconvertiti da non-luoghi ad accampamenti per comunità nomadi. L’idea del progetto è quella di “stanare” questi spazi per inserirli in una mappa ideale che riveli in filigrana l’esistenza di una Roma che non è soltanto la città immaginata e pianificata da costruttori e immobiliaristi.
Veronica Raimo
ATRI
17 giugno – 29 agosto 2010
Dal 17 al 20 giugno per la partecipazione agli eventi e l’ingresso a tutte le mostre di Reportage Atri Festival è necessario accreditarsi in loco.
A chi si accrediterà verrà consegnato un badge personalizzato che gli consentirà l’accesso libero a tutti gli spazi del festival.
Dal 17 al 20 giugno l’apertura delle mostre rispetterà il seguente orario: tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00
Dal 21 giugno al 29 agosto le visite alle mostre saranno così regolate:
da lunedì a giovedì su prenotazione contattando il numero
da venerdì a domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 20.00
In mostra ad Atri, città d’arte dell’Abruzzo, in occasione della seconda edizione di Atri REPORTAGE Festival dal 17 giogno al 29 agosto
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