Haiti, fotografie di Moises Saman
a cura di Chiara Oggioni Tiepolo
ideazione e coordinamento: Daria Bonera
ideazione e coordinamento: Daria Bonera
15/30 giugno 2010 Spazio Tadini – Milano
Via Jommelli, 24
Via Jommelli, 24
“Haiti non è estranea ai disastri, naturali o causati dall’uomo. Violenti colpi, uragani devastanti, epidemie, bande violente, alluvioni epiche, contribuiscono all’impoverimento di questa nazione caraibica. Nonostante ciò, gli haitiani hanno un`incredibile abilità di manovrare il caos che incontrano, avvicinando ogni aspetto delle loro radici: religione, cultura, musica, arte con impareggiabile passione e devozione al limite del fantastico”.
Si svolgerà dal 15 al 30 giugno 2010 la mostra fotografica di Moises Saman “Haiti, the Melancholy of Shadows”. L’esposizione, ideata da Daria Bonera, curata da Chiara Oggioni Tiepolo, sponsorizzata da Shades International, Hahnemüle e Neutral Sicav (fondo gestito da Banca Zarattini) e in collaborazione con Blackarchives, rappresenta una testimonianza dello scorrere della vita e della morte in un paese che per troppo tempo è stato dimenticato, poco o per nulla considerato, quasi negato.
Haiti rappresenta l’altra metà di quel caribe allegro e musicale e spensierato che si vuole meta di vacanza e divertimento, il Belerofonte di una Chimera dai pacchetti all inclusive. Il terremoto che il 12 gennaio scorso ha devastato l’isola non ha fatto altro che portare alla luce una realtà di povertà e miseria nei confronti della quale il resto del mondo, e la comunità internazionale, ha sempre girato la testa dall’altra parte.
Proprio da questa esigenza di onestà narrativa nasce la scelta di presentare una selezione di fotografie scattate da Saman in due momenti diversi della storia di questo paese tormentato, in occasione delle elezioni presidenziali, nel febbraio 2006, e subito dopo il sisma di quest’anno.
L’intero profitto delle vendite sarà devoluto alla Croce Rossa Internazionale in favore delle vittime del terremoto.
Biografia
Moises Saman e` nato a Lima nel 1974 e cresciuto in Spagna dov'è rimasto fino a vent'anni. Si e`trasferito negli Stati Uniti per studiare Comunicazione e Sociologia. Ha cominciato a lavorare come fotografo a New York dove e` diventato fotografo dello Staff di Newsday dal 2000 al 2007.
Fin dal 2001 la sua attenzione si è focalizzata sul Medioriente, sulle guerre in corso in Afghanistan e Iraq, oltre a progetti in Pakistan, Nepal, Cuba, Haiti, Libano, Asia Centrale e Sud America.
Nel 2008 il reportage su El Savador riceve una menzione speciale per foto di reportage dall'Overseas Press Club "Olivier Rebbot Award" e il terzo premio al POYi per il fotoreportage. Nel 2007 il lavoro sull'Afghanistan vince il terzo posto al World Press Photo nella categoria Storie di vita quotidiana e una menzione d’onore al Premio Foto dell'Anno UNICEF. Nel 2007 Saman si aggiudica un altro World Press Photo per il suo lavoro sulle elezioni presidenziali a Haiti, oltre a essere nominato Fotografo dell'Anno dall'Associazione Fotogiornalisti di New York. Moises Saman vive a New York, collabora fra gli altri col New York Times, Newsweek e l’Human Rights Watch.
In Italia è rappresentato dall'Agenzia Blackarchives.
Fonte
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