mercoledì 26 gennaio 2011

L'ENIGMA BOSCH

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Figura molto discussa per la forte carica espressiva nonché per la bizzaria e inquietudine dei suoi dipinti, Jeroen Anthoniszoon van Aken, che si firmava e divenne noto come Bosch, proviene da una famiglia di pittori olandesi e si ditingue per i suoi lavori fantastici, nati per illustrare la morale e i concetti religiosi dell’epoca. Il suo fantasioso immaginario, non sempre di facile interpretazione, si avvale dei Bestiari medioevali e protagonista costante dei suoi dipinti è l'umanità condannata all’inferno per via del peccato. La meditazione sulla vita dei Santi e sulla Passione di Cristo sembrano le uniche vie per riscattare il genere umano dal peccato universale.

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Hieronymus Bosch. Trittico di santa Liberata a- Sant’Antonio; b- Martirio di santa Liberata; c- I viandanti e il porto 1505, olio su tavola, a- cm 105 x 27,5, b- cm 105 x 63, c- cm 105 x 28

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Hieronymus Bosch. Visione dell’Aldilà (comparti di polittico?), a- Paradiso terrestre / Ascesa all’Empireo, fra il 1500 e il 1503, olio su tavola a cm 88,5 x 41,5

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Hieronymus Bosch. Trittico degli eremiti, a- Sant’Antonio; b- San Girolamo; c- Sant’Egidio, 1510, olio su tavola a- cm 85 x 29,5; b- cm 85 x 60; c- cm 85 x 29

Notizie utili  - "Bosch a Palazzo Grimani", fino al 20 marzo 2011, Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa, Ramo Grimani, Castello, Venezia. Come arrivare: Vaporetto linee 1, 2, 51, 52, Fermate Rialto o S. Zaccaria (7 minuti a piedi).
Orario: tutti i giorni dalle 9-19 (1 gennaio chiuso)
Ingresso: intero: € 9, ridotto: € 7, scuole € 3
Informazioni: T 199 500 200 (dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 20.00 e sabato
dalle 8.00 alle 13.00),

http://www.arthemisia.it/ http://www.polomuseale.venezia.beniculturali.it/

Le tre opere esposte a Palazzo Grimani facevano parte della collezione del cardinale
Domenico Grimani e giunsero nelle collezioni di Palazzo Ducale dopo la morte del prelato, grazie al suo lascito testamentario alla Serenissima. Il Trittico di santa Liberata e il Trittico degli eremiti passarono per un periodo a Vienna, prima nelle collezioni imperiali fra il 1838 e il 1893, poi al Kunsthistorisches Museum fino al 1919, e fecero poi ritorno a Palazzo Ducale, dove sono attualmente conservate.

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