mercoledì 25 maggio 2011

VENDUTA IN CINA OPERA CONTEMPORANEA PER 425 MLN YUAN (46,5 MLN EURO), RECORD MONDIALE

Firmata dall'artista cinese Qi Baishi (1864-1957)
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Pechino, 23 mag. (TMNews) - Un'opera dell'artista Qi Baishi (1864-1957) è stata venduta ieri all'asta a Pechino per 425,5 milioni di yen (46,5 milioni di euro), un record mondiale per una pittura d'arte contemporanea cinese: lo ha annunciato al casa d'aste China Guardian, che ha sede nella capitale cinese.
Il dipinto, realizzato nel 1946 e largo 1 metro per 2,66 di altezza, presenta ai lati due scritte - che tradotte stanno per "una lunga vita, un mondo pacifico" - e al centro un falco posato sul ramo di un pino. China Guardian non ha reso noto il nome dell'acquirente.
Si tratta della seconda cifra più alta per un'opera d'arte venduta in Cina. Il record è ancora detenuto da una calligrafia di Huang Tingjian, aggiudicata per 436,8 milioni di yen (47,87 milioni di euro).
La Cina è salita al primo posto nel mercato dell'arte nel 2010, davanti a Stati Uniti e Gran Bretagna, secondo la società francese Artprice, secondo la cui Top 10 Qi Baishi si trova al secondo posto, dietro Pablo Picasso ma davanti a Andy Warhol. Si contano inoltre quattro cinesi - tra cui Qi Baishi - tra i 10 artisti mondiali più richiesti (in termini di vendite annuali)
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Qi Baishi (1864-1957)

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Picturing a falcon on a pine branch, and titled "A Long Life, A Peaceful World," the work was painted in 1946 when Qi Baishi was in 80s

Nato nel 1864, Qi Baishi è deceduto nel 1957 vivendo quasi un secolo. La sua splendida arte pittorica ci ha lasciato una mole di gioielli, conquistandosi con i suoi capolavori una brillante pagina nella storia dell’arte cinese.

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Qi Baishi visse la maggior parte della vita nella vecchia Cina sofferente. Figlio di una famiglia di contadini, studiò per solo mezzo anno in una scuola elementare rurale e fu artigiano scultore del legno per 15 anni, per diventare poi pittore. Qual’è il suo mistero? La risposta è nella diligenza e il forte interesse per la pitura, e da ragazzo nel suo paese era noto perché disegnava immagini dei santi e ritratti. A 27 anni, con l’aiuto di alcuni intellettuali, cominciò a studiare la pittura tradizionale cinese; dopo il 1940, fece molti viaggi visitando i monti e i fiumi più famosi del paese, e dipinse numerosi schizzi di paesaggio. Sotto l’influenza della vita e della pratica, il suo stile pittorico andava gradualmente trasformandosi; da preciso e meticoloso a audace e disinvolto, formando così il suo peculiare stile artistico. A 57 anni, Qi Baishi si trasferì dal suo paese nativo della provincia dello Hunan a Pechino, dove si guadagnava da vivere con la vendita di dipinti e l’incisione di sigilli.

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Secondo i dati, in tutta la sua vita, Qi Baishi si astenne dal dipingere solo in tre occasioni: la prima volta all’età di 63, quando cadde gravemente ammalato, perdendo conoscenza per sette giorni; la seconda volta a 64 anni, quando sua madre si spense ed era troppo addolorato e triste; la terza volta, a 92 anni, sempre a causa di una malattia non prese in mano il pennello per parecchi giorni. Sommati insieme, questi tre periodi arrivano appena a superare un mese, altrimenti non si staccò mai dai pennelli. La lunga pratica artistica lo portò a eccellere non solo nella pittura, ma anche nella poesia, la calligrafia e l’incisione di sigilli. Secondo una statistica incompleta, nella sua vita Qi Baishi ha lasciato oltre 40.000 dipinti, mille poesie e più di 3.000 sigilli. Anche alla vigilia dei vent’anni, nel 1953, egli dipinse in un anno più di 600 opere.

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La pittura di Qi Baishi mostra una tecnica totale e una vasta gamma di soggetti. Era esperto in quasi tutti i campi, nello stile libero di tipo impressionistico, nello stile preciso e meticoloso, nei paesaggi e fiori e uccelli. Qi Baishi aveva una particolare sensibilità per alcune delle cose più comuni della vita quotidiana. Egli riusciva a trarre da questi oggetti ordinari sensazioni ricche e sincere e con il suo pennello geniale afferrare l’essenza e l’anima di tutte le cose della natura, rendendole più vivaci, più eleganti e più ricchie di forza e del gusto della vita.

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E proprio attraverso le sue pennellate essenziali e vigorose che trasmette agli altri le proprie sensazioni, facendo condividere a chi quarda i suoi dipinti quei sentimenti di sana vitalità, gioia e bellezza. I fiori che dipingeva, come anche le ciliege e le nespole, sono quanto mai vivi e attraenti. Mentre le immagini di ogni specie di insetti, come libellule, farfalle, cavallette, mantidi, api, locuste e cicale, lasciano stupiti per la loro esattezza e finezza. Attraverso le trasparenti ali degli insetti, possiamo vedere i loro corpi che vorrebbero muoversi ma non possono; due macchie d’inchiostro sui fianchi delle api danno la sensazione di percepire il vibrare delle ali e il loro ronzio.

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La raffinatezza non risiede solo nell’abilità con cui la peluria dell’ape viene dipinta, ma pure nella commovente maniera espressiva e nella forza vitale che sprigiona dai corpi degli insetti. Lo stesso vale anche per le immagini degli animali: pesci e gamberi, granchi, passeri, martin pescatori, gazze, gatti, topi e pulcini.
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L’inchiostro sfumato e nero lascia immaginare la trasparenza dei gamberi nell’acqua e le delicate piume dei pulcini, ma ancora più simpatici e verossimili risultano i giochi di pesci e dei gamberi, e la vispezza infantile dei pulcini.

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Gamberi, granchi e pulcini da lui dipinti vengono detti “Tre meraviglie di Baishi”. Qi Baishi valorizzò le possibilità dell’inchiostro di china nel descrivere le immagini in modo realistico, arricchendo l’inchiostro nero dell’impressione delle tonalità e delle variazioni cromatiche. Egli integrò con successo la tecnica tradizionale della pittura cinese a inchiostro con la propria abilità giovanile di scultore e incisore minuzioso, formando un proprio particolare stile pittorico. Un uso così abile, essenziale e preciso del pennello e dell’inchiostro, non sarebbe stato raggiungibile senza un assiduo affinamento e una lunga esperienza.

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Sul piano teorico Qi Baishi ebbe sue peculiari opinioni artistiche. Egli propugnava lo studio degli antichi per assimilarne le esperienze, senza però copiare meccanicamente. Bisogna assimilare il loro spirito per intraprendere una creazione autonoma. Egli sosteneva che i pittori debbano immergersi nella vita, “facendo il ritratto a dieci mila insetti e insufflando la vita in cento uccellie” e per cercare nella vita la materia prima per la creazione artistica. Egli riteneva che il “segreto della pittura è che la bellezza risiede in un punto intermedio fra somiglianza e non somiglianza”: un dipinto non può essere fatto copiando pedissequamente un soggetto; così sarà troppo volgare; non si può neanche abbandonare la forma del soggetto, cadendo invece nella distorsione: di devono piuttosto rendere con precisione i tratti caratteristici delle cose. Queste sono opinioni estremanente penetranti e incisive.

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Qi Baishi non fu soltanto un pittore molto attivo e serio, ma anche una persona onesta, sincera e generosa. Anche quando, ormai famoso, era in condizioni di discreto benessere, conduceva una vita piuttosto semplice: se tuttavia qualche parente o amico si trovava in difficoltà finanziaria, egli lo aiutava sempre con generosità.

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Il popolo cinese ama moltissimo i dipinti di Qi Baishi, che definisce eminente maestro di pennello della pittura tradizionale cinese, e al tempo stesso un grande artista amante del paese nativo e della patria, del popolo e della pace. Per encomiare i suoi successi artistici, nel 1953, il Ministero della cultura gli conferì il titolo onorifico di “Astista del popolo”; nello stesso anno, Qi Baishi fu eletto Presidente dell’Associazione degli artisti cinesi; e nel 1956 ottenne il premio internazionale della pace conferito dal Consiglio mondiale della pace, diventando una notorietà della cultira mondiale.
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