mercoledì 28 settembre 2011

UGO ATTARDI. L'EREDE SELVAGGIO

Dal 15 ottobre al 15 gennaio 2012

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Attardi Ugo
(Sori (Genova) 1923, Roma 2006)
Ha frequentato il liceo Artistico di Palermo e per un solo anno la facoltà di Architettura. Attardi oltre ad essere un pittore ed uno scultore è persino uno scrittore.Nel 1945 si trasferisce a Roma, Il clima fervido di iniziative civili e culturali del dopoguerra gli consente di rinnovare la propria ricerca, a contatto con la severità delle avanguardie.Nel 1947 a Roma firma il manifesto dell' Astrattismo "Forma Uno" come uno dei fondatori con Perilli, Dorazio, Turcato, Consagra e Guerrini. Negli anni del dopoguerra torna in Sicilia e si dedica a lavori occasionali per far fronte alle ristrettezze economiche. Nel 1950 abbandona l'Astrattismo per un arte realistica di impronta espressionistica e figurativo popolare orientando la sua ricerca artistica verso un'espressionismo alla Francis Bacon, abbracciando l'impegno politico. Nel 1952 e nel 1954 fu invitato a esporre le sue opere alla Biennale di Venezia. Dopo l’esperienza di redattore della rivista Città aperta (1957), compaiono nelle sue opere erotismo e violenza, tematiche fondamentali del suo immaginario pittorico.Nel 1961 promuove il gruppo "Il Pro e il Contro", partecipando a tutte le manifestazioni fino all' anno dello scioglimento. Dal 1967 si dedica alla scultura e alla narrativa, mentre in parallelo con l’attività pittorica si sviluppa quella grafica. Come scrittore l'artista con il suo romanzo "L'erede selvaggio" vinse nel 1971, il premio Viareggio per la narrativa. Come scultore Attardi ralizzò importanti opere pubbliche, come il gruppo Il vascello della rivoluzione all'Eur a Roma, I sogni del re Normanno a Palermo, Nelle Americhe esposto a Buenos Aires,Ulisse a New York ed Enea, donata al popolo di Malta e collocata all'entrata del porto della Valletta.
Fonte

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clip_image006 clip_image007In teatro 1996

clip_image008 Carboncino e grafite su carta
  clip_image009 Carboncino e grafite su carta
  clip_image011 Bozzetto per il manifesto del 90° della Cgil 1906-1996

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