mercoledì 23 maggio 2012

“LASHKARS” DI MASSIMO BERRUTI

Pochissimi giorni ( fino al 27 maggio 2012) restano per visitare la mostra Lashkars. Fotografie di Massimo Berruti. Massimo Berruti ha raccontato in uno straordinario reportage il Pashtunistan, cruciale regione cerniera tra Pakistan e Afghanistan.
Si è immerso nella valle di Swat per seguire la vita quotidiana dei Lashkar, un corpo di milizia civile che combatte in prima linea contro la minaccia talebana per difendere gli abitanti della zona con il sostegno dell’esercito pakistano.
I Lashkar contribuiscono a portare la pace e la sicurezza nella regione contro gli attentati e il rischio d’infiltrazione dei ribelli. Berrutti è riuscito a penetrare all’interno di questa comunità di combattenti conquistandone la fiducia e seguendola nel quotidiano.
Il conflitto non è mai visibile esplicitamente negli scatti di Berruti, la sua presenza però è percepibile ovunque: abitazioni ridotte a ruderi, costruzioni abbandonate, interni poverissimi e soprattutto tante armi che accompagnano i Lashkars costantemente, non solo durante i momenti di ricognizione ma anche nel privato delle loro famiglie.
Condividendo la vita quotidiana con i Laskhars, Massimo Berruti ci comunica una potente percezione di attesa. Attesa del fotografo, certo, ma anche attesa dei militari il cui tempo è ritmato dai pattugliamenti notturni. Attesa che qualcosa accada.
Questa capacità di riannodare, attraverso il tempo lungo, i fili di una storia che supera l’immediatezza degli scontri o dei combattimenti, aggiunge un valore in più a queste immagini di grande forza documentale. Un valore tanto importante in quanto oggi, prendere del tempo per poter andare fino in fondo alle cose sembra essere, purtroppo, una forma di lusso. A detrimento del senso.
Christian Caujolle
La mostra ospitata a Forma raccoglie gli scatti più significativi di questo lavoro che si è aggiudicato il Premio Carmignac Gestion per il Fotogiornalismo 2010

La mostra è a cura di Renata Ferri

MASSIMO BERRUTI
Nato a Roma nel 1979, è fotografo dal 2004 e membro dell’agenzia francese VU’ dal 2007. Per il suo lavoro sul Pakistan ha a lungo soggiornato a Islamabad scegliendo di vivere a fianco di una popolazione ostaggio di una violenza estrema, di matrice politica, religiosa ed etnica. Il suo reportage “Bagno di sangue a Karachi (omicidi programmati)” si è aggiudicato nel 2011 il secondo premio del World Press Photo e il terzo premio del Picture Of the Year International. Nel 2009 gli è stato conferito il Premio del Giovane Reporter del Festival Visa per l’immagine.

PREMIO CARMIGNAC GESTION DI FOTOGIORNALISMO
Con questo premio Carmignac Gestion desidera sostenere ogni anno i fotogiornalisti che, attraverso la loro opera, sono in prima linea sui luoghi dell’evento e difendono i valori di coraggio, indipendenza, trasparenza e condivisione a noi cari.
Nel 2009 la Fondazione Carmignac Gestion ha creato il Premio Carmignac Gestion di fotogiornalismo, destinato a finanziare un progetto di reportage su un tema specifico di attualità. Dotato di una borsa di 50.000 euro, il premio si prefigge di promuovere il lavoro svolto in profondità sul campo da un fotogiornalista.
Oltre al premio finanziario, la Fondazione Carmignac Gestion accompagna il vincitore nella diffusione del suo reportage con l’organizzazione di una mostra e la pubblicazione di un’opera monografica.
La Fondazione si impegna altresì ad acquistare quattro fotografie facenti parte del lavoro premiato. Una giuria composta da esperti dell’immagine e di questioni geopolitiche seleziona ogni anno un progetto. La scelta di come trattare il tema annuale spetta ai fotogiornalisti, i quali sono liberi di scegliere un’angolatura politica, economica, sociale o culturale.
L’approccio adottato deve inserirsi chiaramente in una tradizione umanista volta a interrogare il reale con sensibilità, rifiutare di cadere nella caricatura e nella tirannia dell’istantaneità, studiare il contesto e comprendere la situazione per presentare la realtà nella sua complessità.
Decidendo di sostenere una professione che risente di una grave crisi di finanziamenti, Carmignac Gestion ha voluto fornire a questi testimoni del mondo contemporaneo i mezzi necessari per andare là dove gli altri non vanno. In armonia con i valori che animano i suoi collaboratori, Carmignac Gestion vuole difendere uno sguardo personale e impegnato, per definizione minoritario e, per questo stesso motivo, indispensabile.
www.fondation-carmignac-gestion.com/
Fonte

clip_image003Un membro dei lashker guarda la TV mentre un altro prega. (Massimo Berruti)

clip_image004Una casa ricoperta di neve a Mahnbanr, marzo 2011. (Massimo Berruti)

clip_image005Un membro dei lashkar si prepara prima della ronda notturna a Galoch, marzo 2011 (Massimo Berruti)

clip_image006Una ronda dei lashker a Mahnbanr, marzo 2011 (Massimo Berruti)

clip_image007Una ronda notturna a Mahnbanr, marzo 2011 (Massimo Berruti)

clip_image008Ameer Zaib, membro dei lashker, scherza con i suoi colleghi (che non appaiono nella foto) durante un’esposizione automobilistica a Kanju, marzo 2011. Zaib lavora all’esposizione per guadagnare pane e latte per la moglie e due bambini piccoli. (Massimo Berruti)

clip_image009Un membro dei lashker guarda la tv con i suoi bambini ad Alligrama (Kabal), marzo 2011

clip_image010Un bambino cerca di recuperare una palla da cricket lanciata oltre il muro, Qilagai, marzo 2011. (Massimo Berruti)

clip_image011Un membro dei lashker si riposa in un salotto a Mahnbanr, marzo 2011. Dopo aver pattugliato per le strade del villaggio tutta la notte, i lashker dormono insieme per riscaldarsi. (Massimo Berruti)

clip_image012Un ragazzino che faceva parte dei lashkar gioca con una palla da cricket a Totani Bandai, gennaio 2011 (Massimo Berruti)

clip_image013Membri lashker seduti nel salotto del loro capo Idrees Khan a Bara Bandai, 2010, dove si rilassano dopo le ronde notturne, che possono durare fino alle cinque di mattina. (Massimo Berruti)

clip_image014Anziani seduti al sole con una guardia del corpo per riscaldasi dal freddo a Totani Bandai, gennaio 2011. (Massimo Berruti)

clip_image015Una ronda a Bara Bandai, 2010 (Massimo Berruti)

clip_image016Una ronda a Galoch, marzo 2011 (Massimo Berruti)

clip_image017Un membro dei lashker taglia la legna vicino a una casa distrutta di un leader talebano nel villaggio di Kabal, marzo 2011. Soldati pakistani e membri dei lashker hanno fatto saltare in aria la casa per impedire un possibile ritorno dei talebani. (Massimo Berruti)

clip_image018Una ronda notturna dei lashker a Barabandai, 2010 (Massimo Berruti)

clip_image019Un membro dei lashkar controlla la pistola prima di una ronda notturna nel salotto di Ahmed Khan, un anziano di una tribù a BaraBandai, nel novembre 2010. (Massimo Berruti)

clip_image020Poliziotti che di notte partecipano alle ronde dei lashkar pattugliano un quartiere di BaraBandai, 2010 (Massimo Berruti)

clip_image021Membri armati dei lashkar, una sorta di ronda che combatte i talebani, pattugliano lungo il fiume Swat. Imam Dheri è la città natale del capo dei talebani pakistani Maulana Fazalullah, che ne ha imposto il regime nella valle, ha costruito una madrassa distrutta dalle forze aeree dell’esercito pakistano. (Massimo Berruti)

clip_image022Membri dei lashkar, un corpo di milizia civile che combatte i talebani, giocano d’azzardo nell’hujra (il salotto) di Ahmed Khan, un anziano di una tribù a Bara Bandai, in Pakistan, 2010. (Massimo Berruti)

All images © Massimo Berruti

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