venerdì 22 giugno 2012

LE FOTO AEREE DI GIACOMO BONI

Fu insigne architetto ­ archeologo, uno dei principali studiosi dell’archeologia italiana, tra l’800 e il ’900. Il suo nome è legato alle importanti scoperte avvenute in quegli anni a Roma nell’area del Foro Romano. Di queste rimane preziosa testimonianza nei documenti d’archivio.

clip_image001G. Boni nello studio sul Palatino presso le Uccelliere
Farnese (da Gli scavi di Giacomo Boni al Foro Romano, Roma 2003)

Giacomo Boni, nato a Venezia il 25 aprile 1859, morto a Roma il 10 luglio 1925. Dopo aver intrapreso studi tecnici e commerciali, partecipò a Venezia ai lavori di restauro del Palazzo Ducale. Nel corso dei lavori il Boni manifestò immediatamente le sue doti di disegnatore di grande qualità, particolarmente attento al rispetto del carattere storico dei monumenti antichi. Frequentò i corsi di architettura all’Accademia di Belle Arti, approfondì gli studi classici e strinse legami con il mondo culturale inglese, finché nel 1888 fu chiamato a Roma dal ministro dell’Istruzione P. Boselli, prima come segretario per la Regia Calcografia, poi come ispettore dei monumenti presso la Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, a capo della quale era allora G. Fiorelli .
Nel 1898 il Ministro della Pubblica Istruzione G. Baccelli gli affidò la direzione degli scavi del Foro Romano.
La complessa attività di studio e di ricerca, condotta in maniera particolarmente intensa soprattutto tra il 1899 e il 1905, è testimoniata dai documenti (carteggi e disegni) conservati principalmente nell’Archivio della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, presso la sede di S. Maria Nova, al Palatino.
Le indagini archeologiche furono eseguite mediante l’applicazione del metodo dello scavo stratigrafico, che consentiva di recuperare tutti i dati utili alla ricostruzione storica dell’area. I lavori di scavo portarono alla scoperta di importanti monumenti del Foro Romano (Niger Lapis, Regia, Gallerie Cesaree, Horrea Agrippiana, necropoli arcaica presso il tempio di Antonino e Faustina ).

clip_image002Comizio. Planimetria. G. Cirilli, 1900 - 1901
(da Gli scavi di Giacomo Boni al Foro Romano, Roma 2003)

Nel 1907 l’Ufficio degli scavi del Foro comprese anche la zona del Palatino, dove il Boni riportò in luce una cisterna a tholos (il Mundus), il complesso di gallerie sotterranee ad essa annesse, la Casa dei Grifi, la c. d. Aula Isiaca, i c. d. Bagni di Tiberio e un fondo di capannasotto il peristilio della Domus Flavia.
L’attività del Boni si interruppe con lo scoppio della prima guerra mondiale; egli partecipò al conflitto e, tornato dal fronte, si ammalò. Riprese le ricerche archeologiche nel 1916 e fu in seguito nominato Senatore il 3 marzo 1923; durante il periodo fascista aderì alle motivazioni ideologiche del fascismo, nel quale individuava la continuazione dell’idea dell’antica Roma e dell’impero Romano.
Morì a Roma il 1925 e fu sepolto al centro degli Orti Farnesiani sul Palatino.

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L'architetto veneto assunse la direzione del Foro romano dal 1898 al 1925, in stretta collaborazione con la Sezione aerostatica del Genio militare e soprattutto con il capitano Maurizio Mauro Moris, in compagnia del quale Boni effettuò le prime "volate" sulla valle del Foro.
A raccontarle, è una serie straordinaria di fotografie inedite nella mostra "Boni e il Genio", organizzata dalla soprintendenza ai Beni archeologici e dall'università La Sapienza nell'ambito del Salone dell'editoria archeologica di Roma. La mostra, sarà  dal 23 giugno al 7 luglio alla British School at Rome
(via Gramsci 61).
"Si tratta di un nucleo di fotografie aeree scattate dal pallone frenato e dal cosiddetto pallone drago, DrakenBallon, e riemerse grazie ad un lavoro ricerca condotto tra i materiali dei nostri archivi", spiega Patrizia Fortini, archeologa della soprintendenza e curatrice della mostra, insieme a Elisa Cella e Laura Castrianni.
Un'operazione epocale oggi documentata da 70 scatti unici. "Boni eseguiva vedute d'insieme, da utilizzare a supporto delle piante generali di scavo, e vedute di dettaglio per ricostruire le fasi d'indagine e individuare stratigrafie e monumenti non più esistenti o visibili", dice Elisa Cella. Tra le chicche, le prime vedute aeree del Lapis Niger, della Fonte di Giuturna, dello Stadio di Domiziano appena individuato. Spiccano anche una veduta del Foro romano invaso dall'acqua in occasione dello straripamento del Tevere a dicembre del 1900, come pure il cantiere del Vittoriano. Fonte
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ROMA ARCHEOLOGICA - Veduta Aree Foro Romano, Giacomo Boni. Not.... di Martin G. Conde

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ROMA ARCHEOLOGICA - Veduta Aree Foro Romano, Giacomo Boni. Not....  di Martin G. Conde

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ROMA ARCHEOLOGICA - Veduta Aree Foro Romano, Giacomo Boni. Not.... di Martin G. Conde

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