Carlo Bavagnoli nasce a
Piacenza nel 1932. Completati gli studi classici, nel 1951 si iscrive alla
facoltà di giurisprudenza di Milano. A Brera ha modo di confrontarsi con alcuni
giovani fotografi, Alfa Castaldi, Mario Dondero e Ugo Mulas. Nel 1955,
trasferitosi definitivamente a Milano, inizia a collaborare con
"Illustrazione Italiana", "Tempo illustrato" e "Cinema
Nuovo".
Assunto come fotografo da "Epoca", nel '56 viene trasferito nella redazione romana della rivista. Nella capitale inizia un lungo lavoro di documentazione del quartiere popolare di Trastevere, grazie al quale ottiene i primi contatti con la rivista americana "Life", che gli pubblica alcune foto.
Nel marzo del 1958 è per la prima volta in Sardegna, ad Orani, dove per la stessa testata fotografa Costantino Nivola durante la decorazione della facciata della chiesa della Madonna d'Itria e la mostra di sculture allestita per le vie del paese.
L'anno successivo trascorre un mese a New York, dove ancora "Life", gli richiede, a scopo formativo, la realizzazione di un reportage sulla vita della metropoli; due anni dopo gli offre un contratto come corrispondente dall'Italia. Negli anni successivi lavorerà come free lance per diversi giornali.
Tra il 1960 e il 1961 torna in Sardegna, a Loculi e Irgoli, inviato da "L'Espresso" per un servizio sulla povertà in Italia, che non sarà pubblicato in quanto ritenuto non abbastanza drammatico. Aveva preferito, infatti, evitare la retorica e le forzature ideologiche che in quegli anni imperversavano sulle pagine di quotidiani e riviste.
Negli anni seguenti i viaggi tra l'Italia e gli Stati Uniti s'intensificano. Per "Life" documenta l'apertura del Concilio Vaticano II, la morte di Giovanni XXIII e l'elezione di Paolo VI. Nel frattempo continua la sua collaborazione con "Epoca".
Il 1964 è un anno memorabile per la sua attività: è assunto nella redazione americana di "Life", fatto unico per un fotografo italiano; dopo un anno trascorso a New York, viene trasferito alla sede di Parigi.
Dal 1972, anno in cui cessa la pubblicazione della rivista americana, intensifica i suoi rientri in Italia, pubblica numerosi libri fotografici, realizza vari documentari per la televisione e si occupa di musica classica.
Assunto come fotografo da "Epoca", nel '56 viene trasferito nella redazione romana della rivista. Nella capitale inizia un lungo lavoro di documentazione del quartiere popolare di Trastevere, grazie al quale ottiene i primi contatti con la rivista americana "Life", che gli pubblica alcune foto.
Nel marzo del 1958 è per la prima volta in Sardegna, ad Orani, dove per la stessa testata fotografa Costantino Nivola durante la decorazione della facciata della chiesa della Madonna d'Itria e la mostra di sculture allestita per le vie del paese.
L'anno successivo trascorre un mese a New York, dove ancora "Life", gli richiede, a scopo formativo, la realizzazione di un reportage sulla vita della metropoli; due anni dopo gli offre un contratto come corrispondente dall'Italia. Negli anni successivi lavorerà come free lance per diversi giornali.
Tra il 1960 e il 1961 torna in Sardegna, a Loculi e Irgoli, inviato da "L'Espresso" per un servizio sulla povertà in Italia, che non sarà pubblicato in quanto ritenuto non abbastanza drammatico. Aveva preferito, infatti, evitare la retorica e le forzature ideologiche che in quegli anni imperversavano sulle pagine di quotidiani e riviste.
Negli anni seguenti i viaggi tra l'Italia e gli Stati Uniti s'intensificano. Per "Life" documenta l'apertura del Concilio Vaticano II, la morte di Giovanni XXIII e l'elezione di Paolo VI. Nel frattempo continua la sua collaborazione con "Epoca".
Il 1964 è un anno memorabile per la sua attività: è assunto nella redazione americana di "Life", fatto unico per un fotografo italiano; dopo un anno trascorso a New York, viene trasferito alla sede di Parigi.
Dal 1972, anno in cui cessa la pubblicazione della rivista americana, intensifica i suoi rientri in Italia, pubblica numerosi libri fotografici, realizza vari documentari per la televisione e si occupa di musica classica.
Negli anni Cinquanta, con Mario Dondero,
Ugo Mulas e Alfa Castaldi, è tra i fotografi che ruotano attorno al bar Jamaica
di Milano. Esordisce con l’agenzia fotogiornalistica Interpix, fornitrice di
immagini a testate milanesi quali Corriere della Sera, L’Europeo, Epoca e
Settimo Giorno. Cinema Nuovo pubblica i suoi primi “fotodocumentari”.
Realizza per L’Illustrazione
Italiana il reportage sulla cittadina emiliana di Cento. Nella primavera 1955,
è assunto nello staff della rivista Epoca, dall’allora direttore Enzo Biagi; a
luglio riesce a intervistare il segretario del Partito Comunista e
futuro leader sovietico, Nikita Krusciov. Pochi mesi dopo viene trasferito
nella redazione romana della rivista ma la sua collaborazione con Life
interrompe i rapporti con Epoca.
Inizia a lavorare come free lance per Il
Gatto Selvatico, rivista dell’ENI. Nel 1963, sarà lo stesso editore di
Epoca, Arnoldo Mondadori, a richiamarlo e a pubblicare Gente di Trastevere, uno
dei primi esempi di libro fotografico in Italia. Nel 1970, collabora con
Federico Fellini per il film Roma. Nel marzo del 1958, Life gli
commissiona un reportage sull’artista Costantino Nivola: Bavagnoli arriva in
Sardegna, a Orani, e documenta in diretta i lavori per la decorazione
della facciata della chiesa di Nostra Signora d’Itria e la mostra
di scultura lungo le vie del paese.
L’Espresso, nella primavera del 1959,
decide la realizzazione di un’indagine sul Mezzogiorno, affidando la Sardegna
al giornalista Livio Zanetti e, per la fotografia, a Carlo Bavagnoli. Su invito
di Life, nel 1959 trascorre un mese a NewYork e vi realizza un servizio su
Broadway, immediatamente pubblicato su nove pagine dalla prestigiosa
rivista, che nel maggio 1960 acquista e pubblica su dieci pagine il suo “A
boy’s world of Naples”.
Nel 1961, l’editore Amilcare Pizzi
raccoglie nel volume Cara Parma, l’ampio reportage realizzato alla fine del
’57: si tratta del suo primo libro monotematico e di uno dei primi libri
fotografici stampati in Italia. Documenta per Life nel 1962 l’apertura del
Concilio Vaticano II; l’anno seguente la morte di Giovanni XXIII e l’elezione
di Paolo VI. Fatto unico per un fotografo italiano: Nel 1964 entra a far
parte dello staff della redazione newyorkese di Life. L’anno successivo,
dalla redazione centrale di New York, viene trasferito alla sede di
Parigi, da dove viaggerà in diversi continenti, realizzando reportage
sull’arte e sui temi del sociale.
Negli ultimi anni parigini inizia a
fotografare il mondo animale, specializzandosi, grazie ai mezzi messi a
disposizione da Life, nella macrofotografia: realizza alcuni servizi sulle
formiche o su animali in via di estinzione dell’Africa e del Madagascar, in
collaborazione con il WWF, presieduto all’epoca dal celebre generale
Charles Lindbergh (primo trasvolatore atlantico), che spesso lo accompagnò nei
suoi spostamenti.
Tra il 1979 e 1980 Bavagnoli torna
in Baronia per girare il documentario Ritorno in Baronia, per il primo canale
RAI, presentato al Festival dei Popoli di Firenze, nel quale decide di
ripercorrere il viaggio effettuato venti anni prima
All images © Carlo Bavagnoli
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