Una muraglia di cemento lunga quaranta chilometri e alta quattro metri per quasi trent'anni ha diviso Berlino e la Germania, ha separato l'Occidente dall'Oriente, impedito a famiglie di guardare negli occhi i propri cari.
Il 9 novembre 1989 il simbolo della Guerra Fredda e del Comunismo ha ceduto di fronte all'urlo del popolo, il cemento si è sgretolato alla pressione della libertà. A vent'anni da quella data la mostra fotografica Berlino: La libertà oltre il muro, promossa dalla Regione Piemonte e da Alinari 24ORE ne ripercorrere la storia attraverso ottanta immagini dell'agenzia fotografica Ullstein Bild e dell'archivio del quotidiano Süddeutsche Zeitung.
Restituiscono l'asfissia di una prigionia a cielo aperto e nello stesso tempo l'euforia di un momento storico reporter come Brigitte Hiss, Kurt Hamann, Joachim G. Jung, Gert Hilde, Peter Leibing, Klaus Lehnartz, Heinrich von der Becke, Hans Peter Stiebing, Ingo Röhrbein e Bernd Wende. Si passa dalle foto del filo spinato che attraversava la città fino al 1961 (prima del muro) a quelle del cemento invalicabile che divideva "diciassette milioni di tedeschi murati vivi dalla più perseverante e immarcescibile dirigenza staliniana dell'est europeo", scrive Enzo Bettiza nel suo libro 1989-La fine del Novecento. Dalla serie di morti provocati dagli innumerevoli tentativi di fuga alle proteste contro l'edificazione del "nemico" non solo di un popolo, quello sguardo che sembra affranto di fronte all'emblema dell'ottusità politica si rivitalizza quando riprende i murales colorati delle pareti occidentali realizzati negli anni Ottanta: la speranza di un cambiamento prende forma. Ecco allora aprirsi un varco, stargate reale di una nuova era attraverso cui si materializza il futuro alternativo di un paese; le due Germanie si ritrovano, si riscoprono, unite dal semplice abbraccio della gente comune. Il bianco e nero si alterna al colore, gli occhi spenti dei protagonisti di un decennio o un ventennio prima dell'evento tanto atteso lasciano spazio agli sguardi fieri di chi è finalmente dall'altra parte, di chi finalmente si ricongiunge alla famiglia lasciando alle spalle il ricordo del solo contatto visivo. Le immagini quasi vuote improvvisamente si affollano, diventano corali: la festa della liberazione ha inizio. Si tratta per lo più di un viaggio nella memoria, nello stesso tempo però richiama fantasmi contemporanei, errori che ricalcano il passato, muri che si pensavano impossibili da erigere di nuovo e che invece trovano ancora fondamenta come quello che oggi divide gli israeliani dai palestinesi. Forse un giorno una mostra ricorderà un altro crollo.Berlino: La libertà oltre il muro
Curatore: Uliano Lucas
Aperta fino al 9 novembre
Sala Bolaffi, via Cavour 17, Torino
martedì - domenica 10.00-19.00
info: 800 329 329
Ingresso gratuito
Apertura straordinaria lunedì 9 novembre
nel ventennale della caduta del muro
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